PERUGIA -  Il corpo forestale dello Stato ha eseguito una serie di controlli sui depuratori presenti in Umbria. Sono stati 56 quelli dei quali e' stata verificata la situazione.

Denunciate a piede libero nove persone e riscontrati 139 illeciti di natura amministrativa.

Il personale del cfs ha quindi inflitto sanzioni per quasi 400 mila euro, ipotizzando in alcuni casi una gestione non autorizzata di rifiuti.

I controlli, eseguiti insieme all'Arpa, sono iniziati ad aprile e hanno consentito di rilevare in alcuni casi il superamento del valore di emissione per lo zinco.

In base agli accertamenti della forestale - ha spiegato dal comandante regionale, Guido Conti - in alcuni casi i rifiuti speciali e non pericolosi prodotti dal ciclo di depurazione non venivano inseriti negli appositi registi ma ''impropriamente smaltiti mediante l'inserimento degli stessi nel ciclo dei rifiuti urbani''.

Sei le persone indagate nel ternano (dove sono stati sottoposti a sequestro preventivo due depuratori), il resto in provincia di Perugia, dove sono stati riscontrati 117 illeciti amministrativi.

Oltre ai depuratori, la forestale ha controllato in Umbria anche 446 soggetti privati riguardo allo smaltimento delle acque reflue. Verifiche che hanno riguardato autolavaggi, lavanderie, distributori di carburante, pasticcerie, stamperie.

Il Corpo forestale ha inoltre sequestrato un'azienda di riparazione macchine agricole, un autolavaggio ed un'autofficina, tutte nel folignate.

Sono 67, in tutto, le persone indagate per ''mancata autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali''.

Arm.Alle.

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