Di Ciuenlai - Sembra proprio che gli attuali “capoccia” del Pd Umbro non abbiano la dovuta coscienza dell’importanza capitale delle prossime elezioni comunali di Giugno. Ci sono tre elementi che viaggiano tra “la vita e la morte” di questo soggetto politico. Vincere a Terni e tornare a governare uno dei due capoluoghi, riprendersi Umbertide, una delle bandiere della sinistra storica umbra e confermarsi alla guida dei 4 comuni minori che vanno al voto (Trevi, Passignano, Cannara e Monte Santa Maria Tiberina), per invertire una tendenza alla sconfitta che dura ormai da una quindicina d’anni. Onestamente, per quello che si sa e si legge sui giornali, questi obiettivi, in questo momento, navigano tra la chimera e l’utopia. Ve lo spiego in dettaglio caso per caso :

LA LINEA DELLA “SOMMA” – Primo obiettivo riprendersi uno dei capoluoghi; Terni. Un’operazione che non riguarda solo la città delle acciaierie, ma l’intera regione. Anche un bambino capisce che quel risultato orienterà in maniera positiva o negativa le due prossime sfide vitali e cioè Perugia e il Governo della Regione. Un vero e non sedicente gruppo dirigente dovrebbe fare quindi carte false per trovare una soluzione che sia competitiva al massimo approfittando di una destra che ha avuto e ha una marea di problemi interni da risolvere e quindi assolutamente battibile.

Invece succede che il Pd continua a vivere in stanze non comunicanti, con personaggi e territori in perpetua lotta tra di loro. Non c’è stata alcuna regia per mettere in campo una strategia comune e ogni città ha fatto dei testa sua con risultati che hanno dell’incredibile.

E allora, mantenendo vivo il postulato secondo il quale “un segretario di Perugia deve fermarsi al valico della Somma”, a Terni si sarebbero rifiutati di ascoltare le proposte provenienti dal capoluogo, tese, dicono, a trovare, visto il successone delle ultime regionali, un candidato alla “Bianconi” che andasse bene anche ai 5 stelle. Una cosa che sarebbe stata letta così “Ci appioppate un grillino qui così potete appioppare al M5S i vostri candidati a Perugia e alla Regione”. Da qui spunterebbe la decisione di  candidare Kenny, un uomo di sinistra, che dicono i suoi sostenitori, sarebbe stato  fortemente osteggiato dal segretario regionale (sempre bloccato sulla Somma) e dai “maggiorenti del Pd umbro”. Il clima “progressista” nella seconda città Umbra si è quindi immediatamente colorato di pessimismo grigio tendente al nero. C’è persino chi teme di non andare neppure al ballottaggio, sopravvalutando le possibilità dell’incognita Baldecchi.

E questo preoccupa e non poco quelli che nel capoluogo avevano lavorato per costruire una coalizione regionale “antidestra” da proporre “in terra, in cielo e in ogni luogo dell’Umbria”. Un qualcuno che ha tanto amaro in bocca, perchè è andato ad un millimetro dal riuscirci. C’era già il tavolo apparecchiato in un famoso ristorante di Perugia, un tavolo che quelli bloccati sulla Somma, avrebbero provveduto a rendere deserto, facendo in modo che gli invitati  declinassero quella che  era stata definita, come in un film “la cena per farli incontrare”. Per diversi esponenti politici dell’ex centrosinistra ternano il tutto si spiegerebbe così : “La campagna contro la nostra scelta è guidata da Bori, per ragioni di lotta interna al PD e di contrasto tra lui (definito il portavoce dei famosi 30 saggi) e il PD ternano, segnatamente con il segretario comunale Spinelli, che è cuperliano. Bori ha offerto sponda a De Luca (il referente del M5S) per depotenziare Kenny , alimentando l'idea che a Terni chi lo sostiene è contro il campo progressista”. Naturalmente la controparte nega e  rimanda la palla delle responsabilità a rimbalzare dalle parti della conca. Ci sarebbe dell’altro ma mi fermo qui. Un solo commento “auguri!”.

UMBERTIDE DA STALINGRADO ROSSA A TRIPOLI PIDDINA -  Se Terni è complicata Umbertide , sempre per il Pd, è diventata un cubo di Rubrik . Nella ex “Stalingrado” della nostra regione si è creata una situazione “libica” con fazioni che si combattono aspramente, come ai vecchi tempi. Solo che i tempi sono nuovi e pure il sindaco e la giunta sono nuovi, con un piccolo particolare; sono di destra. Me l’hanno spiegata così diversi “amici e compagni” che ho  interpellato in quella città :

“Tolti centro destra e centro sinistra, gli altri quattro candidati vengono tutti dal PD; Corrente è guidato dall'ex segretario di sinistra giovanile, la lista civica di Tosti recordman di preferenze del PD , ex autista dell’On. Giulietti, poi passato al centro destra con l’ex sindaco democratico Locchi; I 5 stelle guidati da “Papo” personaggio che viene dalla sinistra e infine la lista Patto23 che è quella che preoccupa di più il PD perché molti di loro e  della “gauche” la sostengono apertamente. Il centro sinistra ha recuperato quel Locchi, che dopo essere stato sfiduciato dal partito era, come dicevamo prima, passato a destra. Ora ripudiato anche “dai neri” è ripassato “con i rossi”.  La metà dei suoi sarebbero andati con la lista di Tosti che fino a poco tempo fa aveva due assessori nel centrodestra”.  

Mi fermo un secondo perchè sicuramente vi gira la testa e dovete prendervi una pausa per provare a capirci qualcosa. Ok, ma fate in fretta perchè non è finita.  “C’è  Stefano Conti – continuano le nostre gole profonde -  ex socialista, ex civicoX, ex Umbertide Cambia, ex PD abbandonato da diversi dei suoi che stanno con Patto23 che ha deciso di rientrare nel fu centrosinistra  e, infine, per concludere a Umbertide non poteva mancare Marco Vinicio Guasticchi che starebbe componendo una lista a sostegno del Centrodestra”. Il racconto, magari un pò esagerato, magari in pò piegato alle diverse logiche di parte, da comunque  il senso di come stanno andando le cose nel castello della “Fratta”.  

Del resto basta guardare la scheda che gli elettori troveranno domenica al seggio per capire che non siamo troppo lontani dalla realtà. Se no non si spiegherebbe perchè tra gli avversari del vecchio Polo, va per la maggiore la malinconica previsione  “vince la destra al primo turno”. Ma anche se fosse ballottaggio con queste divisioni non sarebbe certamente facile spuntarla per i Democratici (ammesso poi che ci vadano loro).

L‘INCOGNITA DEI PICCOLI COMUNI – Premesso che il risultato di Corciano sembra essere quello che non dovrebbe dare nessun patema d’animo all’ex centrosinistra, i democratici umbri hanno anche il problema, in questa tornata, di confermare 4 piccoli comuni, 2 dei quali di una certa importanza (Trevi e Passignano sul Trasimeno). Tanto per cambiare , sono tutti a rischio. I risultati delle politiche rendono più che contendibile Trevi, Passignano è stato storicamente un comune di frontiera tra destra e sinistra e ha cambiato colore almeno una “manita” di volte, Cannara e Monte Santa Maria Tiberina sono talmente piccoli che fare previsioni in luoghi dove il cambio di Sindaco può essere determinato dal cambio di voto di una manciata di famiglie è un azzardo statistico più che politico. Rifare 4 a zero non sarà facile.

CONCLUSIONI - Dunque il rischio di una nuova debacle per il Pd è dietro l’angolo. Terni è uno snodo. Umbertide un simbolo. Se il Pd non le riprende da un segnale negativo che si ripercuoterà pesantemente sulle comunali del 2024. Ci sono ancora alcuni giorni per sistemare il disastro politico che si sta lentamente consumando. Arrivare ai ballottaggi per poi ricomporre un quadro unitario di alleanze, è l’unica speranza che l’ex centrosinistra ha per battere una destra che in una situazione normale l’opposizione avrebbe facilmente rispedito a casa. Invece parte favorito. Misteri della politica targata Pd.

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