I dati sulla CIG del mese di novembre 2011, elaborati dall’osservatorio nazionale della Cgil, confermano la gravità della crisi economica e produttiva che coinvolge anche la nostra Regione e in particolare tutti i comparti produttivi, dall'industria al terziario.

Nel dettaglio, nel periodo gennaio-novembre 2011 le ore richieste di cassa integrazione hanno superato i 18 milioni (siamo per l'esattezza a 18.097.283) con una flessione di appena il 3% sul 2010, contro una media nazionale del -20%.

I dati confermano inoltre la consistenza della platea di lavoratrici e lavoratori coinvolti, in media circa 19mila, di cui 3.647 dalla CIGO, 3.572 dalla CIGS e 11.792 dalla CIGD. Quest'ultima tipologia (la cassa integrazione in deroga) è addirittura in aumento rispetto allo scorso anno, seppure soltanto dello 0,8%.
Inoltre, per quanto riguarda lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione a zero ore i dati sono i seguenti: 1.823 in CIGO, 1.786 in CIGS e 5.896 in CIGD per un numero complessivo di 9.505.

In Umbria si conferma quindi un numero molto rilevante di lavoratori coinvolti da processi di cassa integrazione. Se a questo aggiungiamo il fatto che oltre 2/3 degli addetti sono interessati alla cassa in deroga, la valutazione del quadro risulta molto preoccupante sulle prospettive per il nostro tessuto produttivo.

Questi dati ci spingono con maggiore forza a sottolineare e ribadire che in questi anni l'avere ignorato la dimensione della crisi industriale, come ha fatto il passato Governo, ha prodotto effetti profondamente negativi sull’economia, sul reddito dei lavoratori e sull’occupazione.

La ripresa economica non c’è e non ci sarà a breve, la stessa manovra del governo Monti carica tutto il peso degli interventi sui lavoratori, sui pensionati sui ceti medio-bassi e non affronta il tema della crescita. Per questo consideriamo inaccettabili e insostenibili le misure adottate, in quanto si comprime ulteriormente il reddito disponibile, senza offrire aiuti allo sviluppo e all’occupazione e di conseguenza ai redditi.

Per queste ragioni continuiamo l’iniziativa di mobilitazione, per contrastare la manovra del governo e rivendicare equità e crescita.

Serve una inversione di tendenza nella politica economica e sociale del Governo, che non può certo passare per una messa in discussione di diritti acquisiti e garanzie fondamentali per lavoratrici e lavoratori, come l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori di cui in questi giorni si parla a sproposito. Così come serve, nella nostra regione, quel “Piano straordinario per il Lavoro e l’Occupazione” che dia piena attuazione alle linee indicate dall’Alleanza per l’Umbria.

Mario Bravi- Seg.Gen.le Cgil
Gianfranco Fattorini Dip. Settori Produttivi

 

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