La richiesta delle ore di CIG nel mese di febbraio 2012, secondo i dati elaborati dall’osservatorio della CGIL Nazionale, è aumentata in maniera molto consistente in Italia rispetto a gennaio 2012 (+49,7%), mentre su febbraio 2011 l’aumento è stato del 16,8%.
Sono state autorizzate nei primi due mesi del 2012, 136 milioni di ore di CIG con un +5,16% rispetto al 2012. In Umbria, nello stesso periodo, l’aumento è stato di +88%, il dato più alto fra tutte le regioni nel nostro Paese.

E' ormai evidente che siamo di fronte ad una tendenza pesante e preoccupante, anche perché il dato sulla cassa integrazione si accompagna, sia in Umbria che in Italia, ad un aumento della disoccupazione e ad una diminuzione del PIL.
Deve essere evidente, anche al nuovo Governo Monti, che occorre cambiare politica economica. La ripresa non è possibile senza un rilancio della produzione industriale e dei consumi e quindi senza scelte strategiche e una politica industriale incentrata sulla qualità e sull’innovazione. Per la ripresa dei consumi, poi, occorre una politica economica alternativa alla logica dei tagli.
Certo è che per affrontare la crisi, non si possono comprimere i diritti fondamentali come quello rappresentato dall’art. 18, che è un diritto di civiltà.

L’Umbria, come detto, è tra le regioni più colpite da questa situazione. Le cause sono imputabili alla debolezza del suo tessuto produttivo e alla mancanza di una politica industriale a livello nazionale. Da questo punto di vista i dati dell’osservatorio sono estremamente eloquenti: le ore di CIG nei primi due mesi del 2012 aumentano dell’88,4%. In particolare, la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) aumenta del 152%, la CIGS diminuisce del 7%, mentre la Cassa in Deroga aumenta del 137%.

Sempre secondo le stime dell'osservatorio nazionale CGIL, i lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione in Umbria sono complessivamente 25.409, di cui 12.704 a 0 ore (3.978 in CIGO, 1.575 in CIGS 7.152 in CIGD).

Anche alla luce di questi nuovi dati, ribadiamo come Cgil Umbria che occorre costruire al più presto un intervento di respiro, che dia risposte vere al primo problema della nostra regione, che si chiama emergenza lavoro.
 

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