di Scripta Manent

Tratto da: https://www.facebook.com/scriptamanentitalia

Nel cuore dell'antica Roma, l'eco delle battaglie e dei congiurati risuonava ancora nelle strade acciottolate e nelle piazze maestose.
Era l'epoca in cui Marco Antonio e Ottaviano, eredi degli ideali di Cesare, dettavano il corso della storia. Dopo la sanguinosa battaglia di Filippi, dove i cesaricidi Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino caddero, Ottaviano si trovò gravato da un peso enorme: sistemare con appezzamenti di terra ben 170.000 veterani, di cui 100.000 avevano combattuto a Filippi.
La soluzione si trovò nella confisca di vaste terre, specialmente in Etruria, ma ciò alimentò il malcontento verso Ottaviano. In questo clima teso, Fulvia e Lucio Antonio, moglie e fratello del triumviro Marco Antonio, cercarono di sfruttare il crescente risentimento per i loro scopi. Tuttavia, agendo con troppa fretta, fornirono a Ottaviano il pretesto per agire nella piena legalità.
Il Senato, giocando d'astuzia, conferì a Lucio Antonio, console per quell'anno, l'imperium per muovere guerra contro Ottaviano. Lucio, con l'audacia che lo caratterizzava, si era già guadagnato il sostegno di una parte del Senato, inclusi alcuni amici della famiglia di Ottaviano. Tuttavia, le lealtà dei veterani e degli eserciti rimanevano saldamente ancorate ai triumviri, che promettevano terre e ricchezze.
La tensione si condensò in una serie di movimenti militari. Lucio Antonio, sostenuto da Fulvia, ammassò truppe a Preneste prima di spostarsi a Roma, dove annunciò che suo fratello avrebbe restaurato la Repubblica.
Ma le promesse di Lucio si scontrarono con la realtà: nonostante il sostegno politico, non riuscì a rendere illegale il Secondo triumvirato. Alla fine, Lucio e i suoi seguaci furono costretti a ritirarsi a Perugia, dove Ottaviano li raggiunse, assediandoli.
Dopo un lungo e disperato assedio, caratterizzato dalla fame e dalla disperazione, Lucio Antonio e Fulvia si arresero nell'inverno del 41-40 a.C. Ottaviano mostrò clemenza verso Lucio, concedendogli il governatorato della Spagna, ma la sua ira si abbatté su Perugia. La città etrusca fu saccheggiata e bruciata, e i suoi cittadini di rango senatoriale furono uccisi in un cruento sacrificio alle Idi di marzo, in ricordo della morte di Cesare.
Fulvia, il cuore ardente di questa resistenza, fu esiliata a Sicione, in Grecia, dove la morte la colse lontana dalla sua terra. La sua storia si intrecciò con quella di un'epoca di grandi cambiamenti, in cui il destino di Roma pendeva dal filo sottile delle ambizioni e delle alleanze.
In questa saga di potere e tradimenti, le strade di Roma e delle sue provincie si trasformarono in un palcoscenico dove si consumavano gli atti di un dramma storico di proporzioni epiche.
Era l'epoca in cui gli dei sembravano osservare dall'alto, silenziosi testimoni del fato di uomini e donne che forgiavano la storia con il ferro e con il sangue.
 

Condividi