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Ing. Giorgio Talamonti TERNI - “Il dimensionamento scolastico è un atto dovuto”-“compete alle amministrazioni locali l’elaborazione del piano relativo” Manca soltanto l’aggiunta “ma cosa vogliono questi dirigenti scolastici?". Con queste dichiarazioni alla stampa il presidente della provincia Cavicchioli e l’assessore Massarelli hanno definitivamente esplicitato la natura autoritaria ed arrogante delle decisioni assunte in materia di “razionalizzazione” scolastica. Ebbene i dirigenti scolastici dicono no! I controinteressati sono avvertiti: è un no deciso e determinato stavolta. Nessuno potrà più giocare sulle debolezze di una categoria divisa. Un folto gruppo di dirigenti s’è auto-convocato oggi 20/ 12/ 08 per dire prima di tutto basta ai provvedimenti caduti dall’alto, all’arroganza di chi li adotta senza possedere la minima competenza scientifica, conoscitiva, storica, e perfino logistica della materia su cui operano. Basta ai provvedimenti presi col solo criterio della spartizione immaginandosi generali che, osservando le carte, manovrano le truppe sulla scacchiera. In questa occasione poi l’arroganza degli autori del piano ha raggiunto proporzioni inverosimili! Non solo non sono stati consultati gli operatori della scuola e gli studenti. Non solo sono stati ignorati i dirigenti, che fino a prova contraria dispongono del massimo livello di competenza in materia. Non solo sono stati ignorati i consigli comunali. Nessuno dei quali, leggasi “nessuno” è stato convocato per discutere d’una materia d’importanza decisiva. Non solo sono stati ignorati i distretti scolastici, che pure conoscono dall’interno la situazione dei territori. Ma risulta che neppure una riunione di giunta sia stata effettuata con l’ordine del giorno di che trattasi, tanto che l’assessore d’un ramo ignora del tutto quello che fa il suo collega d’un altro! Dunque logica vuole che le decisioni siano state prese dall’assessore del ramo, dai sindaci e dal presidente della provincia. No! Ribattono loro! L’ufficio scolastico provinciale era stato informato ed aveva dato parere favorevole. E cosa e chi rappresenta un ufficio che svolge mansioni burocratiche? E chi di quell'ufficio ha ritenuto d’aver autorità per dire “va bene” ad un piano di dimensionamento? Certo qualcuno che si riveste di un ruolo non suo. Ma, ancora ribattono, tutti i sindaci hanno dato la loro approvazione dimenticando che i sindaci in provincia di Terni sono trentatre non tredici quanti erano quelli presenti in provincia il 16 scorso. Non basta: visto come si è pervenuti a decisioni di tale rilievo, c’è qualcuno in grado di dire quale importanza possa avere un simile deliberato? E infatti i frutti di simili metodi sono sotto gli occhi di tutti. Se i provvedimenti delineati avessero corso, si sarebbe generata una famiglia di mostri: a)per la stravaganza degli indirizzi accorpati b) per l’incompatibilità logistica delle strutture c) per i disagi che ricadranno sull’utenza d) per la perdita di posti di lavoro specialmente tra il personale tecnico e amministrativo e) per il decadimento dei livelli qualitativi generali f) per lo spreco di risorse derivante dall’irrazionalità, contro le dichiarazioni d’intenti al risparmio Sì! La schiusa dell’uovo del serpente non può che generare mostri e nulla cambia se percorrendo stilemi da sociologia d’accatto, conferite a queste mostruose creature il nome altisonante di “distretti formativi integrati” I giochini linguistici lasciano il tempo che trovano. Neppure ci si rende conto che la definizione di distretto, da riferire a precisi criteri di omogeneità territoriale, nella fattispecie, non ha senso alcuno, sia per assenza di configurazioni territoriali specificate, sia per incompatibilità tra gli accozzamenti proposti. Ed allora si sappia: cominceremo noi a discutere con la gente, con le famiglie, con gli studenti, provvederemo a fornire informazione corretta a diffondere la consapevolezza dell’arbitrio che si sta perpetrando ai danni della comunità e intanto chiediamo la sospensione d’ogni decisione e la convocazione in provincia di dirigenti, di rappresentanze del personale scolastico, delle R.S.U. dei sindacati scuola, degli studenti, per dare forma ad una nuova proposta. Se poi a qualcuno questa strada sembrasse troppo lunga sappia che la strada della democrazia è inevitabilmente faticosa. In conclusione una domanda: Ci si spiega perché Regione e Province da una parte e Direzione scolastica regionale dall’altra, chiamate a decidere su materie comuni mostrano d’ignorarsi come giocassero a mosca cieca? Condividi