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Voto abruzzese, astensionismo e questione morale, debacle del PD e voglia di Lega del Sud. La Sinistra batte un timido colpo Sicuramente il dato eclatante delle elezioni regionali abruzzesi è l’alto tasso di astensionismo, su oltre un milione e duecentomila votanti a votare sono andati poco più della metà (640.520 pari al 52,97%) e di questi 605.104 (50,0%) hanno espresso un voto valido per il candidato Presidente, mentre solo 542.557, pari al 44,8% degli aventi diritto al voto, hanno votato anche una lista di partito. La sequenza di queste percentuali la dice lunga sulla crisi della politica e della fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti. Ma anche in questa occasione, come in altre occasioni, non bisogna fare di ogni erba un fascio. Innanzitutto l’astensionismo non colpisce in egual misura i due schieramenti. Lo schieramento di Centro destra raccoglie 256.958 voti, nell’aprile del 2005 i voti per il Centro destra, se si esclude il risultato dell’UDC e delle strema destra, erano stati 235.541. Quindi il Centro destra non solo non arretra rispetto al risultato del 2005 ma avanza di oltre 21.417 voti. All’interno del Centro destra il Popolo della Libertà con 190.919 arretra di circa 18.000 voti rispetto al risultato ottenuto da Forza Italia ed Alleanza Nazionale nel 2005. Sui 7.000 voti stazionano tra 2005 e 2008 i Liberali Socialisti, altra componente della coalizione di Centro Destra, 40.000 circa sono i voti che vanno alla lista del Candidato Presidente “Rialzati Abruzzo”, mentre la vera sorpresa è costituita dal risultato del Movimento per l’Autonomia, quello, per intenderci, nato per iniziativa del governatore della Sicilia Lombardo ex UDC, che riesce a portare a casa 18.040 voti pari al 3,32%, guadagnando circa un po’ meno di 5.000 rispetto alle politiche (si badi bene alle politiche) del 2008. Il Movimento per l’Autonomia, questa sorta di Lega del Sud, è, nel campo del Centro destra, il vero vincitore, se si può usare questo termine, della competizione elettorale abruzzese. E questo è un dato sul quale riflettere. Risultato pesantemente negativo per al lista Udeur /UDC, che correva da sola e si ferma a 32.604 voti rispetto ai 96.136 voti che le due liste, una all’interno della coalizione di Centro sinistra, l’altra in quella di Centro destra, avevano ottenuto nel 2005. Nel campo del Centro sinistra la sconfitta è netta, si passa dai 390.120 voti del 2005 (dal totale è escluso il risultato dell’Udeur) a 242.305, meno 147.815 voti. Se si tiene conto che la differenza tra i voti validi espressi per i singoli partiti 2005/2008, che rappresenta la dimensione dell’incremento dell’astensionismo tra le due tornate elettorali, è di 191.131 voti, non è necessario ricorrere a complicati algoritmi per capire che la quasi totalità di quei 147.815 voti che mancano all’appello devono essere ricercati tra quei 191.131 elettori che questa volta hanno deciso di non recarsi alle urne o votare scheda bianca o nulla. Anche in questo caso l’astensionismo colpisce in maniera non omogenea le diverse componenti della coalizione di Centro sinistra, rispetto alla quale va notato che il candidato Presidente prende una percentuale di 2 punti percentuali inferiore rispetto a quella ottenuta dal complesso delle liste che lo sostenevano, a differenza di quanto avviene per il candidato di Centro destra che ottiene un punto e mezzo di più delle liste. Tornando al risultato delle liste di Centro sinistra il Partito Democratico passa dai 259.194 voti del 2005 a 106.410, un calo di 152.784 voti, che considerando nell’area del Partito Democratico anche il risultato della Lista Democratici per l’Abruzzo si riduce a 145.277, una cifra comunque colossale. Dietro e su questo risultato pesa e ha pesato “la questione morale” che si è abbattuta sulla Giunta Del Turco, ma la dimensione della debacle è tale e di tali proporzioni che rimanda a questioni più generali di incertezza della linea politica nazionale sin qui seguita dal Partito Democratico. Canta vittoria L’Italia dei Valori che in questa disastroso risultato del Centro Sinistra conquista 81.557 consensi andando ben oltre sia il risultato del 2005 (17.982 voti) sia quello, sicuramente non disprezzabile, delle politiche dell’aprile scorso (58.036 voti). Non male vanno le liste della Sinistra, rigorosamente divise in 3 (in realtà 4 se si tiene conto anche della falce e martello del Partito Comunista dei Lavoratori che correva per proprio conto, 4.625 voti). Dopo il risultato non certo confortante delle elezioni provinciali del Trentino, c’era grande attesa per le elezioni abruzzese, il primo test elettorale di rilievo dopo la catastrofe dell’Arcobaleno. E stando ai dati le cose non sono andate poi così male, le tre liste della Sinistra (Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e la Sinistra, lista formata da Verdi e Sinistra Democratica) si aggiudicano nel complesso 37.472, guadagnando 11.224 voti rispetto all’Arcobaleno di aprile, ma ancora distanti dai 56.394 voti ottenuti da Rifondazione e Comunisti Italiani nel 2005. Le tre liste riescono ad eleggere un consigliere ciascuno, ed anche questo è un buon risultato. Tutte e tre le forze prendono, in termini percentuali, si attestano su di 6,89% (l’Arcobaleno aveva preso il 3,17%), ma…… una cosa è una forza politica del 6,89%, altra cosa sono tre forze, una del 2,84%, una del 2,22% ed una dell’1,83%, magari con posizioni non sempre concordanti. Condividi