di Lorenzo Falistocco 

È ora di tornare a casa, questa frase di Nichi Vendola probabilmente è tra quelle che più cattura l’attenzione e la passione di tanti e tante di noi al congresso nazionale di Sinistra Italiana.

Non è solo per il ritorno di Nichi Vendola alla politica attiva, anche se già questo sarebbe un segnale rilevante, ma è l’appello e la speranza per una nuova ondata di partecipazione, che ridia slancio a tutta la sinistra.

Un messaggio che non si rinchiude nella nostalgia, ma nella ricerca di nuovi spazi, che punta ad intercettare le nuove forme di mobilitazione sociale e politica che si muovono in giro per l’Italia e in Europa.

 E probabilmente tra i tanti aspetti belli di questo congresso ci sono proprio le diverse storie che si intrecciano. Lo sguardo di chi vive per la prima volta un congresso di partito, chi rivede finalmente uno spiraglio di luce dopo anni difficili, ma tutti e tutte unite dalla voglia di cambiare le cose.

Non sarà facile, il cammino è tutto in salita, serve dare più forza a Sinistra Italiana ed Alleanza Verdi e Sinistra, far sì che crescano le mobilitazioni sociali nel paese, ma sicuramente questi tre giorni hanno spazzato via uno dei mali peggiori in politica, la rassegnazione.

Una speranza che è viva grazie all’opposizione di chi in parlamento sta contrastando il governo, dei circoli che crescono di mese in mese, ma un grazie particolare va all’impegno di tante e tanti giovani che dentro il partito stanno mettendo tutte le loro energie. Lo hanno fatto quando probabilmente in pochi ci avrebbero scommesso, ma adesso al terzo congresso di Sinistra Italiana, la presenza della giovanile, Unione Giovani di Sinistra, rappresenta   uno degli elementi cruciali della militanza politica nel partito.

La vita che verrà è il titolo scelto per questo congresso, un messaggio per il futuro, perché non sia come il presente che viviamo, ma che possa essere costruito da chi non si arrende allo stato attuale delle cose.

E la vita che verrà sono le piazza che spazzano via il patriarcato, sono   i lavoratori e le lavoratrici in sciopero, sono  le piazze degli ambientalisti e dei pacifisti, la vita che verrà sarà un mondo completamente diverso da quello progettato da questo governo.

Camminare domandando, questo è stato, è e sarà il percorso che continueremo a fare.

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