di Giuseppe Castellini

Nessuna protezione allʼex struttura delle Poste di Perugia dove si svolge la giustizia civile. Due giudici e un cancelliere feriti da un energumeno che aveva portato tranquillamente nello stabile un coltello di non piccole dimensioni, solo per caso non cʼè scappato il morto. Adesso è tutto un profluvio di scusanti: la pratica per garantire la protezione dellʼedificio, compreso il metal detector, era in corso, bastava giusto un pezzetto che però non è arrivato in tempo. Il ministro Orlando avvia unʼinchiesta, che come al solito finirà a tarallucci e vino (ci scommetto quello che che volete, è una vita che finisce così in questo scandaloso Paese). Nessuna sanzione verrà irrogata, tutto finirà nel dimenticatoio. Dopo i fatti di Milano, anche al più scimunito sarebbe venuto in mente di proteggere tutti i tribunali dʼItalia, sia il penale che il civile. Qui, evidentemente, siano ai sottoscimuniti. Tale è il ceto dirigente di questo Paese alla deriva, incompetente e pavido.

Le condizioni dei due giudici e del cancelliere, lasciati soli a compiere indifesi il loro delicato mestiere, per fortuna migliorano. E va rimarcato come, senza lʼeroico giudice Rana, che è intervenuto a difesa della collega che lʼenergumeno stava aggredendo e che è rimasto ferito da una coltellata allʼaddome affrontando lʼaggressore, il morto probabilmente ci sarebbe scappato.

Fossi nei giudici e nel cancelliere rimasto feriti, avrei chiuso la porta alle visite dei rappresentanti di quello Stato che non li ha difesi quando era il momento. A fare le lacrime di coccodrillo sono tutti buoni e il nostro Stato è pieno di gente che ha facili le lacrime di coccodrillo. Però i mass media umbri, a parte qualche lodevole eccezione, questo tema non lo sfiorano neppure. Lasciano parlare senza fare domande scomode, lasciano scorrere sui lettori e telespettatori, credendoli stupidi, fiumi di lacrime di coccodrillo. Ceto dirigente è anche lʼinformazione, anchʼessa però messa assai male. Della serie: se Atene piange, Sparta non ride.

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