di Sandro Roazzi

Il ministro Padoan smorza i toni delle polemiche sul fiscal compact, giudicato non più il problema principale. Una sorta di pietra tombale anche sullʼacido duello Monti-Renzi. Probabilmente il ministro dellʼEconomia è mosso non solo dalla speranza di una crescita economica migliore delle previsioni, ma anche dalla prudenza di chi non vuole smuovere le acque in Europa alla vigilia del preannunciato cambio di rotta, sia pur graduale, della Bce. Attento in particolare a non entrare in urto con un asse franco-tedesco per ora ancora poco decifrabile. La situazione è poco chiara, anche se dopo le elezioni tedesche il destino delle regole europee diverrà il primo nodo da sciogliere e con esso le future alleanze. Nelle quali lʼItalia può entrare non da ...Pierino, ma con una posizione credibile.

Messo fra parentesi il problema banche, ora torna in primo piano la questione del debito pubblico che prosegue la sua corsa. E non servirà a molto la promessa di privatizzare in un Paese dove non si riesce neppure a cancellare le Province e si...fabbricano a pie’ sospinto societ pubbliche. Ci sarà bisogno di interventi più complessi e con un’Europa non ostile. Per non parlare poi del difficile suprtamento delle incertezze politiche che fanno bella mostra in Parlamento e fuori di esso e non creano attorno a noi um clima favorevole. Ma, al dunque, Padoan potrebbe aver ragione sul fiscal compact per il semplice fatto che, se lʼEuropa avrà la forza di progredire, saranno altri gli strumenti da utilizzare, a partire da un vero coordinamento economico. Il nostro problema, allora, tornerà quello del periodo precrisi: evitare di essere il fanalino di coda.

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