Casualmente sono stato ripreso, dall’estro fotografico di un amico a me carissimo, in una posa spontanea appoggiato sul davanzale di una finestra aperta mentre, languidamente, tenevo tra le dita una nociva ma fedele compagna di vita e mentre, distrattamente, volgevo uno sguardo malinconico verso il vuoto che giaceva sotto i miei occhi.

Era, però, un vuoto popolato e fievolmente vociante: donne, uomini e bambini in un andirivieni lento come lo è il tempo della nostra città e, contestualmente, quasi fosse forsennato come lo impone il ritmo convulso della modernità. Di sfuggita mi è parso pure di intravedere una lunga e cupa ombra grigiastra che, sgomitando tra i passanti, forniva l’impressione e l’intendimento di volersi materializzare o rimaterializzare.

Esistono innumerevoli modi o motivi per posizionarsi ad una finestra; vi è chi vi sta per curiosare, chi per crogiolarsi non avendo di meglio da fare, chi per pensare o tenere lontani angustianti pensieri, chi per concedersi una parentesi di relax e così di seguito. Ma una finestra e il suo davanzale, apparentemente freddi e indifferenti, bruciano comunque della visione che offrono e fanno ardere il cuore e la mente di chi vi sosta con animo ricolmo di passioni.

Dedicai, sul finire dell’anno passato, un’accorata digressione al popolo sovrano, ritenendolo depositario di saggezza antica e di istintiva lungimiranza. Mi devo forse ricredere?

In parte sì, perché di fronte a mille ragioni per ribellarsi, mobilitando le virtù della saggezza e della lungimiranza, ne noto al contrario una passiva acquiescenza pronto e disposto a deglutire qualsiasi disgustosa bevanda o boccone avvelenato che gli venga propinato.

Come, infatti, non reagire sdegnati alle imposizioni radiotelevisive che, con certosina ossessione, martellano le nostre coscienze offrendoci quotidianamente gli annosi e non più tollerabili rituali di sempre presenzialisti personaggi della politica, della finanza e dello spettacolo, obsoleti ed antiquati?. Il culmine di simile degrado è stato raggiunto in questi giorni quando tal Silvana Giacobini e tal Maurizio Gasparri erano presenti, in contemporanea, su tutte e tre le reti RAI.

E il popolo continua stancamente a passeggiare!

Come, ancora, assistere senza muovere un dito all’affermarsi sempre più vigoroso della perversione del “Bellum omnium contra omnes” che, poi, altro non è se non la guerra fratricida tra popoli, genti e singoli individui?

E il popolo continua stancamente a passeggiare!

Come, ancora in più, rimanere impassibili al cospetto del nichilismo dominante che genera vacua vuotezza tanto che non solo “podestà forestieri”, ma anche chirurghi stranieri vedremo calcare le scene orvietane, in questa città ormai ridotta a terra di conquista a cagione dell’insipiente e criminale uccisione della sua migliore indigena dirigenza, nei partiti e nella pubblica amministrazione?

E il popolo continua stancamente a passeggiare!

Appenati da Penati, tarantati da Tarantini, derubati da Ruby, avvespati da Vespa, ammorati da Mora, cicchettati da Cicchitto, tramontati da Tremonti, abbindolati da Bondi, defedati da Fede, intrappolati da Trappolino (vale solo per Orvieto e dintorni), i discendenti di quella che fu la gloriosa stirpe italica, o quel che ne resta, disorientati e confusi vagabondano come greggi senza pastori.

Potrò riuscire a colmare il vuoto politico e sociale che mi circonda con il vuoto che avevo sotto di me, affacciato a quella finestra, e che però mi ha ispirato le espresse parole e gli enunciati pensieri?

Si verba valent, acta evenient!

P.S. : Se vi è qualcuno che è in grado di allungare la lista di cui sopra, la può incrementare utilizzando gli spazi riservati ai commenti, rammentando sempre di essere educati ospiti delle testate online.

Mario Tiberi
 

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