“Tesei e Lega distaccati dalla realtà, sottovalutano lo stato di salute dell’economia e mettono a rischio la programmazione dei fondi”
"Che si sia trattato di un macroscopico abbaglio o di un maldestro tentativo di propaganda elettorale, il commento della presidente Tesei sullo stato di salute dell’economia umbra, secondo cui si sarebbe 'sostanzialmente retto alla crisi mondiale generata dalla pandemia', è un errore, a mio giudizio, piuttosto grave. Lo è perché tende a sottovalutare una congiuntura che è tutto fuorché rassicurante e lo è sia che la presidente lo abbia fatto per pescare voti alle amministrative sia che lo abbia fatto per una madornale cantonata. In entrambi i casi perché ci troveremmo di fronte a una insufficiente capacità di leggere la realtà, figuriamoci di governarla secondo una prospettiva di consolidamento e sviluppo.

Non c’è, infatti, da stare allegri se in epoca Covid il Pil dell’Umbria, secondo Svimez, cala meno della media italiana: in primo luogo perché il calo è fortissimo: -8,5%; quindi perché lo scostamento di 0,4% rispetto al dato italiano non è certo il segno di una solida controtendenza; infine perché le stime di crescita sono più basse di quelle nazionali e molto più basse di quelle delle aree più avanzate del Paese, per altro a fronte di un rischio di contrazione per mancanza di materie prime e di adeguati profili professionali. Calano i consumi, gli investimenti, i redditi disponibili. È forte la contrazione del valore aggiunto in agricoltura, industria e servizi. E sull’occupazione: vero è che in Umbria si è ridotta meno rispetto ad alcune altre regioni italiane, ma pur sempre a fronte di una forte difficoltà a contenere la disoccupazione, che continua a crescere a spese di donne e giovani. E le proiezioni di crescita dell’occupazione rimangono comunque al di sotto della media. 
Forse a una presidente di Regione si richiederebbero meno dichiarazioni immaginifiche o strumentalmente autocelebrative e più lucidità e cautela nel riconoscere dove siamo e più condivisione e concretezza nel progettare dove andiamo. Riconoscere un calo lievemente più contenuto che altrove non può far dimenticare le potenzialità di crescita drasticamente più ridotte che altrove.

I prossimi mesi e anni saranno cruciali e si giocano partite decisive. Con il Pnrr e con i fondi strutturali la mole di risorse che saranno messe a terra in Umbria, come altrove, non avrà uguali per decenni a venire. Perché non si sprechi un’occasione storica è tempo di essere lucidi e severi nell’analisi, condizione essenziale perché si possano indicare con coerenza gli indirizzi di programmazione e sviluppo e costruire una nuova visione di futuro. Serve condividere con gli attori economici e sociali le strategie. Serve moltiplicare gli sforzi per invertire una tendenza: quella a una crescita più contenuta che nel resto delle regioni del Centro e del Centro Nord. Altrimenti sarà inesorabile lo scivolamento verso le aree meno sviluppate del Paese e meno dinamiche d'Europa".
Così, in una nota, il segretario del Pd Umbria Tommaso Bori 
 

Condividi