Caminetti spenti e inceneritori accesi. Ecco l'ordinanza anti smog dell'amministrazione comunale di Terni. Hanno tentato di banalizzare la provocatoria conferenza stampa a Papigno dove ci siamo presentati con un barbecue acceso e funzionante, ma le misure antismog adottate dalla giunta Latini confermano ciò che denunciamo da giorni. L'ordinanza infatti limita l'utilizzo di caminetti e riscaldamenti, ancora una volta il sindaco e l'assessore Salvati entrano nelle case dei cittadini ternani per limitarne comportamenti e abitudini, costringendo i nostri anziani e i nostri bambini a passare l'inverno col cappotto in casa visto anche il limite della temperatura negli appartamenti dei ternani non dovrà superare i 18 gradi, come indicato nell'ordinanza. 
Il tutto succede in perfetta continuità con il Piano regionale per la qualità dell'aria che procede il suo iter di approvazione in II commissione, dove l'assessore regionale Morroni diserta le audizioni. Lo stesso assessore che proponeva di andare a casa dei cittadini ternani per controllare che tipo di riscaldamento utilizzano e quante volte usano la macchina.  
Come si può sostenere che le nuove misure incidono in maniera ridotta sulla libertà dei cittadini di circolare con il proprio mezzo quando il nuovo sistema di blocco auto a due livelli è previsto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30? Ancora una volta si fanno scudo delle loro inettitudini buttando la responsabilità in capo ai cittadini.
Ancora una volta mentre a Terni ci si preoccupa di camini e stufe, altrove si programmano miliardi di investimenti. Nella lotta all'inquinamento in una città con oltre un secolo e mezzo di industrializzazione, purtroppo, l'attenzione cade soltanto sui comportamenti individuali. Nessun euro stanziato per la riconversione dei processi industriali, per la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale del nostro tessuto industriale. Si avvicina l'inverno e ricomincia la farsa dell'amministrazione comunale sulle emissioni inquinanti. L'ennesima foglia di fico che mette a rischio il nostro futuro occupazionale e la nostra salute.
 

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