Stiamo studiando da un po' per diventare una città Smart, intelligente, la città del futuro dentro le possenti mura etrusche. Bello davvero come progetto. Smart city, all'inglese, e chissà come siamo stati per tanto tempo. Scarsi di comprendonio? Ma no, intelligenti lo siamo sempre stati nel corso di tanti secoli e forse di questa virtù qualcosa ci è rimasto. Adesso però faremo un bel passo in avanti. Era ora. Del resto non c'è nessuno che arrivato a Palazzo dei Priori non si sia messo a parlare di Smart city. Forse questa è la volta buona. Le città intelligenti non crescono così come viene, a casaccio, ma progettano in modo coerente. Ambiente, mobilità, sviluppo, occupazione, qualità della vita. Certo, se le idee chiare andassimo a cercarle alla voce "mobilità" non faremmo molta strada.

Il Comune dovrebbe produrre a breve il suo Pums, piano urbano della mobilità sostenibile. Che idee ci sono in giro? Beh, questo non è molto chiaro. C'è, anzi, una certa confusione. Ora c'è la polemica delle strisce blu, poi quella sulla ztl, sulla sosta in centro e sul traffico altrove. Puntare sul minimetrò o sui bus, sulla mobilità  alternativa e sulle vecchie quattro ruote? e come facciamo a tenerci amici i commercianti visto che abbiamo un assessore che si deve occupare sia di traffico che di commercio? Insomma, manca il progetto complessivo e si continua a correr dietro ai singoli problemi.

Sulla questione della mobilità la strada è tutta, è il caso di dire, in salita. Bus Italia, cioè le Ferrovie dello Stato, hanno rilevato a buon prezzo la vecchia Apm, poi Umbria mobilità, salvandola dal disastro. La società dei parcheggi, la vecchia Sipa è da tempo di una società spagnola e ora sarebbe più corretto chiamarla Saba. Dunque, trasporto pubblico e parcheggi sono nelle mani dei privati. Difficile fare una politica smart quando ci sono interessi estranei a quelli pubblici. Il minimetrò sarebbe al settanta per cento del Comune e vanta un indice di efficienza migliore degli autobus. Cinquanta contro trenta. Però il minimetrò, pur essendo, nel suo piccolo, non estraneo all'idea di città intelligente perché non inquinante e capace di risolvere molti problemi di congestione da traffico, soprattutto durante i grandi eventi, non piace a palazzo dei Priori. Figlio sin troppo delle vecchie giunte senza una politica Smart. Però se questa amministrazione non punta con decisione sul suo bel trenino non fa che danneggiare se stessa.

Rimane l'auto privata che è di tutti e di nessuno. Del resto Perugia è tra le città più motorizzate d'Italia. 70 auto per cento abitanti. Come la facciamo una città Smart con tutte queste marmitte fumanti? Infatti non la facciamo. Ce lo dicono le polemiche di questi giorni. Il Comune, per far contenti i suoi elettori più fedeli, cioè i commercianti, punta a ridurre le tariffe per la sosta, cosa comprensibile, ma questo di sicuro non scoraggia l'uso dell'auto privata a favore del trasporto collettivo, meno inquinante. La trattativa con Sipa punta a ottenere tariffe più basse e concedere più aree di sosta a pagamento ma gli automobilisti non hanno gradito. Basta con le odiate strisce blu.

Poi c'è il destino del centro urbano. Pare che la zona a traffico limitato e quel che ne resta abbia le ore contate. Riportare il traffico privato in centro? una cosa così non si fa in nessuna città italiana che non voglia mettersi contro l'Europa e il buon senso. Succederà a Perugia? Bisogna ricordare che questa città non se la passa molto bene con le isole pedonali. Siamo rimasti a Corso Vannucci e ai primi anni settanta. Una vita. Riempiremo di auto e di strisce blu anche Piazza Italia cacciando i residenti e gli ospiti degli alberghi e poi toccherà a via Baglioni.

Bisogna ammetterlo, in un centro storico come questo non è una mossa molto intelligente. Anzi, un suicidio. Cacceranno i piccioni dalle Logge del duomo ma riempiranno di marmitte fumanti, ancor di più, gli angoli più pregiati della Perugia monumentale. L'impegno per gli asili nido non convince le famiglie però faranno un bel corteo in costume per celebrare la beltà del potere nobiliare. Spenderanno una montagna di soldi per far vedere come vestivano bene i signori di una volta con tanti colori smaglianti. Ci hanno spiegato che questa questione dei colori faceva la differenza con il popolo minuto dove predominava il grigio. E' con Perugia 1416 che hanno cambiato passo e linguaggio.

Eccola la città Smart, ci sembra già di vederla.

Renzo Massarelli

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