Appuntamento a Vasto. Per fissare la linea politica e per ricompattare il partito. Antonio Di Pietro si dà un mese di tempo per fare chiarezza sulla direzione di marcia della navicella Idv e prende  atto del “no“ di Beppe Grillo ad un’alleanza dei non-allineati, sperando di ritrovarsi insieme in Parlamento. Di questo e di altri temi il leader dell'Italia dei Valori parla in questa intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale.

Come si sente solo contro tutti?
"Sono “solo” con milioni di italiani che pensano, come me, d’esser finiti dalla padella nella brace. Non rimpiango Berlusconi perché ha rovinato il Paese, però Monti l’ha ulteriormente impoverito  raccogliendo soldi nel modo più banale: mettendo tasse e mandando a casa gli esodati, invece di prendersela con gli scudati e mettere la patrimoniale. Serve una politica alternativa: io mi batto perché si realizzi alle prossime elezioni".

Senza alleati non si va lontano: con il Pd il discorso è chiuso?
"Se c’è qualcuno che non vuole più fare una politica riformista e di centrosinistra non sono io, che continuo a farla,  ma il Pd. Il mio progetto politico è chiaro e lo presenterò il 21 settembre a Vasto: voglio proteggere le fasce deboli del Paese, il ceto medio colpito al cuore da Monti e quelle aziende che investono in Italia. Di qui una serie di proposte che vanno dalla raccolta di firme per un grappolo di referendum che puntano al ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e del contratto nazionale di lavoro inderogabile nei diritti minimi o all’abolizione del finanziamento ai partiti per arrivare all'eliminazione  dell'indennità parlamentare. Queste sono le nostre battaglie, chi vuole ci sta".

Ce l’ha pure con i suoi? Si farà un congresso per fissare la linea?
"Nell’Idv la linea è chiara e, al di là di qualche voce sporadica, sono tutti convinti. A Vasto si esprimerà il massimo organo del partito, l’esecutivo nazionale, su quel programma".

Torna a Vasto: il luogo del delitto, pardon, dell’alleanza con Bersani e Vendola.
"Il luogo della speranza, piuttosto".

Spera ancora che con Vendola possa funzionare?
"Parlo tranquillamente con Vendola. Ma la personalizzazione del progetto  è riduttiva: saranno i cittadini a dire se quella speranza è morta. Io non sono come Casini che vuole il consenso a tutti i costi, dato che ai cittadini dice votatemi e mi metto con chi offre di più. Io dico chiaramente ciò che voglio e  spero che la riforma elettorale costringa a formare le coalizioni  prima del voto".

L’Idv partecipa alle trattative sulla riforma?
"No. La legge elettorale va fatta in Parlamento. E un Parlamento serio dovrebbe tornare al Mattarellum visto che 1 milione e 200mila italiani hanno firmato il referendum che si poneva quell’obiettivo".

A proposito di referendum: si deve uscire dall’euro?
"No. L’euro è uno strumento e l’Europa un obiettivo. Il problema non è se hai in tasca euro o lire, ma quante ne hai. Dobbiamo aumentare il potere d’acquisto".

Come giudica gli attacchi di Grillo a Parlamento e partiti?
"Grillo esprime la rabbia di questo paese. Bisogna estirpare le ragioni della rabbia, non prendersela con la protesta".

Spera ancora di allearsi con lui?
"Inutile tirarlo per la giacchetta. Ha deciso di andare da solo. Finora in Parlamento l’Idv è stata l’unica a fare certe battaglie: sono contento se arriva un altro movimento che le fa, perché l’unione fa la forza".

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