Si sono utilizzati entrambi per raggiungere il loro scopo unitario: quello di tornare alle urne. Tre mesi buttati per stare sul palcoscenico di una stucchevole sceneggiata napoletana. Le ridicole versioni del Contratto, erano un guazza buio di proposte, di cui solo una condivisibile: la cancellazione della Legge Fornero. Anche se va sottolineato, che Salvini non aveva mai detto con che cosa l’avrebbe sostituita. Solo in questi ultimi giorni ha fatto balenare la proposta 100, che francamente non cambiava di quasi nulla la famigerata Legge. I giovani che iniziano a lavorare oltre i 25 anni se gli va bene, si sarebbero trovati ad andare in pensione ugualmente oltre i 70 anni. Di Maio con il suo slogan: “Governo del cambiamento”, aveva messo a fare il capo di governo la classica testa di legno, che avrebbe eseguito alla lettera gli ordini che gli venivano impartiti dalla Casaleggio associati, società privata. Si sono impuntati sulla nomina del professor Savona, perché questo gli ha permesso di creare il casus belli, attraverso il quale far saltare il tavolo. Mattarella usando legittimamente le sue prerogative dategli dalla Costituzione, aveva ragionevolmente suggerito a quel ministero il braccio destro di Salvini, mica l’ultimo dei borgatari. Dal professor Savona, non mi aspettavo tanta sudditanza. Lo ritenevo un uomo con una schiena più dritta. Evidentemente il potere ha un suo fascino a cui è difficile resistere, quindi “Parigi val bene una messa”. A proposito, non si è fermata la nascita di nessuna terza Repubblica. Di queste, ancora in Italia, ce ne stata fino ad oggi solamente una: quella nata dalla Resistenza e dalla lotta al nazi-fascismo. Anche nel vendere certe fandonie, questi personaggetti da avanspettacolo, assomigliano molto a certi notabili della prima e unica Repubblica. Ora si torna al voto, settembre sicuramente. Alla sinistra, al PD spetta il compito di indicare al Paese strade nuove, alternative al liberismo fin qui percorse e scimmiottate. Una sinistra che torni a far pensare, a emozionare, a mobilitare cittadini per raggiungere obbiettivi che facciano cambiare strada al Paese. Nessuna riedizione del Sol dell’avvenire, ma riaffermare con forza che il lavoro torni al centro dell’agire politico, che lo Stato Sociale non è un fardello per l’economia, che lo Stato non può essere ridotto a svolgere le funzioni da notaio come intendono i liberisti, devono essere prese di posizione politica forte e ben distinguibile.

Renato Casaioli

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