SENZA GRANDI PASSIONI NON C'E' LOTTA PER IL CAMBIAMENTO
di Claudio Grassi
Tra le tante cose che fanno parte del mio archivio sono molto orgoglioso di avere la raccolta completa della rivista Movimento Operaio. Come si vede dalla foto il primo numero esce il primo ottobre 1949 ed è ciclostilato. Il direttore responsabile è Gianni Bosio e la redazione è composta da Felice Anzi, Lelio Basso, Gianni Bosio, Renato Carli-Ballola, Luigi Dal Pane, Giuseppe Del Bo, Mario Mantovani, Guido Mazzali, Alceo Negri, Rinaldo Rigola, Giulio Trevisani.
Con il terzo numero (seconda foto) la rivista passa dal ciclostilato alla tipografia. Successivamente. dal gennaio 1952 (terza foto ), diventa un vero e proprio volume pubblicato da Feltrinelli. Alla redazione iniziale si aggiungono Galante Garrone, Manacorda, Ragionieri, Zangheri. Il direttore resta Bosio affiancato da Della Peruta.
Questa rivista, come altre, pubblicava saggi, ricerche e articoli che non erano legati alla attualità politica o alle imminenti elezioni, ma si sforzavano di progettare quale poteva essere e come poteva essere una società diversa da quella in cui si viveva. D'altra parte se proponi un mondo diverso da quello attuale dovresti cercare di spiegare come lo si possa conquistare, attraverso quali passaggi e quali caratteristiche avrà. La forza della sinistra dell'epoca è che quel progetto, per quanto rozzo oggi possa apparire, c'era. Oggi noi non lo abbiamo e non lo sappiamo prospettare. Forse è anche per questo che non riusciamo a suscitare quelle grandi passioni senza le quali la lotta per il cambiamento diventa molto difficile. Discutiamone.
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