Lo sdoganamento della guerra nucleare (di Alfonso Gianni)
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Dominati dalla guerra in atto in Ucraina i nostri giorni a seguito dell'invasone russa, il pericolo nucleare si capovolge nel suo contrario. L'arma nucleare viene sdogatana. Il suo uso o viene considerato un pericolo troppo remoto per meritare di essere preso in considerazione, oppure si considera il nucleare un'arma certamente ed enormemente più distruttiva di altre, ma in cui uso non viene considerato più come impensabile e comunque viene sollevato da eccessive preoccupazioni etiche. Il passpartout che dischiuderebbe tutte le porte delle meraviglie della guerra moderna sarebbe costituito dall'arma nucleare tattica. Questa, si dice, differirebbe dalle armi nucleari strategiche in ragione di una potenza di una gittata inferiori, compensata dalla maggiore trasportabilità e dalla capacità di colpire obiettivi più circoscritti e mirati. Tuttavia, avvertono i ricercatori e gli analisti dell'Istituto di Ricerca sul Disarmo dell'ONU, non esistono in realtà criteri convenzionali per una precisa distinzione tra armi nucleari tattiche e armi nucleari strategiche. Questa ad ogni modo non risiede tanto nella differenza di potenza, quando negli scopi per i quali verrebbero utilizzate. Si dice che siete stati nucleari strategiche potrebbero sprigionare un'energia di centinaia di chilotoni (un chilotone libera un'energia pari all'esplosione di 1000 tonnellate di tritolo) mentre le nucleari tattiche si limiterebbero a pochi chilotoni. Ma le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki avevano una potenza di 15 e 20 kilotoni, in altre parole con il criterio odierno anche esse potrebbero essere considerate tattiche pur avendo giocato un ruolo strategico, quello di aver portato alla resa il Giappone (anche se questo obiettivo si sarebbe ottenuto comunque anche senza l'impiego del nucleare). Quindi le armi nuclearità tattiche hanno già una potenza distruttiva considerevole, al netto degli effetti più lungo periodo sul territorio e le forme di vita. Si dice che l'unico vegetale ch sopravvisse alle radiazioni dopo il bombardamento di Hiroshima fosse il Ginkgo Biloba: un suo seme germogliò a distanza di decenni dalla tragedia. Ma soprattutto una volta aperto il teatro nucleare nessuno può dirsi in grado di prevedere dove può portare l'escalation nucleare che verrebbe innescata, nè tantomeno a quel punto fermarla.
Alfonso Gianni Vice Direttore della rivista Alternative per il Socialismo
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