Mio padre diceva che le scuse sono pessima cosa: soddisfano chi le porge e non gratificano chi le riceve. Per un semplice motivo e non certo perchè non faccia piacere riceverle,perchè spesso e volentieri sono dettate più da una presupponenza che non abbandona il personalismo. In parole più semplici: chi ti porte le scuse non è affatto pentito. Eppure basterebbe così poco, una stretta di mano e l'ammettere "ho fatto una cazzata, lo riconosco".
Mi venivano in mente le parole di mio padre leggendo la lettera diffusa dall'Agenzia Umbria Notizie della risposta del Commissario straordinario D'angelo ai fatti accaduti al Centro di Vaccinazione di San Marco a Perugia.
Il fatto: Mi chiamo Carla Cicioni, sono un medico chirurgo iscritto all'Albo Provinciale di Perugia con il n. 0000002735. Da pensionata ho deciso, come molti altri, di dare un contributo alla lotta contro la pandemia e ritengo indispensabile portare alla loro conoscenza i fatti e le considerazioni che seguono.
I fatti: giovedì 12 agosto mentre ero impegnata come medico volontario presso il punto di vaccinazione territoriale di S. Marco del distretto del Perugino, sono stata richiamata in malo modo dal commissario per l'emergenza Covid per l'Umbria Massimo D'Angelo a non perdere tempo nella raccolta dell'anamnesi delle persone che dovevano essere sottoposte a vaccinazione. Il commissario invita in modo brusco e poco educato la dottoressa a non perdere tempo.

Prosegue la dottoressa nella lettera inviata ai dirigenti e responsabili della regione Umbria: Quando ho fatto osservare che era indispensabile parlare con le persone prima di sottoporle a vaccinazione, mi ha scortesemente risposto che era tutto scritto, di non perdere tempo e di tornare a lavorare.
Ritengo il comportamento del dott. Massimo D'Angelo lesivo della professionalità mia e di tutti gli altri medici, dipendenti, con contratto o volontari, che in tutti questi mesi si sono impegnati e tuttora si impegnano nella effettuazione delle vaccinazioni anti Sars-Cov2 con la massima efficienza e garantendo la miglior sicurezza delle persone da vaccinare.
Mi si dice che questo comportamento, fra l'altro, sia stato più volte reiterato nel corso del tempo, mettendo fretta agli operatori e soprattutto ai medici, come se l'unico elemento di interesse per il commissario sia acquisire la firma di un medico, in modo che qualcuno si assuma la responsabilità della vaccinazione, piuttosto che garantire la somministrazione del vaccino nella sicurezza dovuta.

Oggi arriva la precisazione da parte del Commissario: Per quanto riguarda aspetti sollevati nella nota riferiti al personale medico dei punti vaccinali, il Commissario D’Angelo tiene a precisare: “Non era mia intenzione indurre la riduzione dei tempi relativi alla fase di anamnesi dei pazienti. Il mio atteggiamento era mirato a garantire un regolare flusso di lavoro e non voleva essere una mancanza di rispetto nei confronti di professioniste e colleghe, tenuto conto altresì che l’anamnesi dei pazienti, in quanto atto medico, è un’attività assolutamente incomprimibile e che necessita degli approfondimenti che ciascun medico ritiene necessari. Tengo a ribadire il mio personale apprezzamento e la mia gratitudine verso tutti gli operatori che continuano costantemente a prestare la loro opera fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini”.
Chiedere semplicemente scusa è difficile, ma un atto straordinario quando è sentito e profondamente, consapevoli di aver sausato un torto con il proprio comportamento. Libero ognuno di farlo a modo suo, in politichese o con il capo cosparso di cenere. Liberi tutti, anche di accettarle e perdonare. O anche no.

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