Ci teniamo a dire la nostra in merito al dibattito politico che si sta sviluppando in queste ore relativamente alla percentuale di abbandono scolastico regionale che registra secondo i dati Aur un incremento del 2% (siamo passati dal 9,5% del 2020 all'11,5% del 2022).

Tutta l'opposizione si sta chiedendo quali mezzi utilizzerà la Giunta Regionale per contrastare il fenomeno, quello che invece si chiede il nostro Comitato è dove stati tutti gli schieramenti politici della nostra Regione quando il nostro Comitato denunciava tutto questo. Questo dato ha le sue radici nel completo abbandono dei giovani durante la pandemia, e gli unici che avevano previsto questa tendenza negativa, siamo stati noi. Ma è giusto che i cittadini sappiamo che siamo stati soli a portare avanti la nostra battaglia e che la scuola interessa ai politici solo quando si avvicina la campagna elettorale.

Ricordiamo, a tutti coloro che se ne sono dimenticati, che l'Umbria ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado scolastico senza mai essere classificata in zona rossa e che quindi le chiusure erano del tutto illegittime. In Europa si classifica come la regione che ha chiuso per più tempo le scuole superiori durante la pandemia e in Italia è terza in classifica dietro a Puglia e Campania.

Ricordiamo che più volte, sostenuti da scienziate dal calibro di Sara Gandini (che per il suo studio scientifico circa la chiusura scolastica è stata citata anche dall'OMS), abbiamo scritto alla Giunta Regionale, ai Consiglieri, chiesto incontri e non per ultimo ci siamo costituiti di fronte al Tar Umbria. Adesso tutta la politica corre ai ripari: dall'apertura dei nuovi reparti di neuropsichiatria pediatrica e giovanile (è notizia fresca di ieri del nuovo reparto dell'Ospedale Meyer) agli appelli sui giornali perchè vengano utilizzati i fondi del PNRR.

Quello che la nostra associazione si chiede è quando la politica tornerà a prevenire certi disastri? Quando tornerà di moda la cura del prossimo e del cittadino anche a discapito del solo interesse economico e produttivo?

Le tragiche scelte portate avanti e sostenute dalla maggioranza hanno acuito il disagio giovanile, il consumo di alcool e droghe e appunto la dispersione scolastica, per correre ai ripari adesso serve un vero cambio di paradigma non solo investimenti. Serve una società adulta che porti fuori dalle loro camere i più giovani, che crei spazi e ambienti cittadini da vivere, che si faccia modello di una società sana impegnata nella cura delle proprie città e dei più deboli. Servono tempi più ampi dedicati ai giovani e alle famiglie, non solo progettazioni a spot. Serve rivedere la scuola, come abbiamo detto, come Istituzione fondante della società che sia di sostegno alla crescita della persona e alla genitorialità.

Scuola come trampolino sociale, sostegno, luogo di cultura e confronto: è il cambio di paradigma sta tutto qua, siamo stanchi di vedere la scuola trattata come un'azienda formativa che tende a formare lavoratori futuri a basso costo. Dentro la Scuola vi è l'anima di uno Stato, è li che passeggia la nostra Costituzione, è li che vive quel tempo che chiamiamo futuro, frase questa che ai più appare retorica ma che si avvicina a quanto di più vero ci possa essere.

Martina Leonardi  – Vice Presidente Comitato a Scuola Umbria A.P.S.

 

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