Lo sciopero del 16 dicembre. Di Attilio Gambacorta
Ieri le 5 piazze d'Italia erano piene di popolo, di lavoratori che incrociando le braccia rialzano la testa. Una bella giornata di democrazia, una bella giornata di dissenso, sale della democrazia. Hanno detto no ad un salario da fame, rivendicato un nuovo modello di società, dove i lavoratori siano la spina dorsale di questa Italia. Hanno chiesto una pensione dignitosa, che le possa assicurare una vecchiaia serena; hanno detto no alla precarietà; hanno chiesto una equa ridistribuzione della ricchezza. Dopo anni di silenzio uno squillo che fa rumore, nonostante l'assurdo silenzio del potere e dei suoi mezzi d'informazione. Un nuovo inizio, una giornata che segnerà la storia. Ed il primo risultato si è già manifestato in modo tangibile: il Presidente del Consiglio ha convocato i sindacati ( CGIL e Uil) per ridiscutere la manovra economica. Se non ci saranno modifiche sostanziali, che migliorino le condizioni materiali dei lavoratori, sarà di nuovo sciopero, e non ci sarà nessuna autorità che possa limitare e dividere il mondo del lavoro. La lotta paga, lo dimostra la storia, la storia del movimento operaio.
Attilio Gambacorta
Associazione Umbrialeft
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