La sanità allo sfascio (di Stefano Vinti)
LO SFASCIO DELLA SANITÀ UMBRA di Stefano Vinti.
Le liste d’attesa, in Umbria, raggiungono, a marzo del 2023, l’iperbolica cifra di 73.942 pazienti. Ci stiamo avvicinando al record del 10% della popolazione: un record che la Giunta regionale, a guida Tesei, non è detto che non agguanti. A giugno del 2022, si contavano 75.342 pazienti. La “presa in carico”, come dicono molto elegantemente – per non dare risposta al diritto costituzionale di chi aspetta – diminuisce, in ben nove mesi, di circa 2.000 unità. Una prestazione scandalosa, nel totale immobilismo di chi governa la Sanità regionale: la Giunta Tesei, appunto.
Il vero problema è che a queste decine di migliaia di pazienti nessuno vuol dare voce, per pretendere il rispetto del loro diritto. A gennaio, a fronte di circa 75.000 pazienti in lista d’attesa, la Giunta regionale ha annunciato, con un grande battage propagandistico, l'istituzione di una task force per abbattere le liste. Non ci crederete: il 12 aprile, della mitica task force ancora non c’è traccia. Non è stata istituita. Se ne fregano della salute dei cittadini, dei lavoratori, dei precari, dei pensionati al minimo, perché rispondono agli interessi della Sanità privata e a chi visite ed esami se li può acquistare, senza fare file infinite.
L’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) ha prodotto uno studio, da cui si evince che, nel 2022, l'Umbria è stata tra le peggiori regioni per lo smaltimento delle richieste per TAC, ecografie e risonanze magnetiche. Agenas ha misurato il crollo delle prime visite, delle visite di controllo e di diversi esami diagnostici. Agenas lo ha studiato. I pazienti dell'Umbria lo vivono sulla loro pelle, è proprio il caso di dirlo. Adesso, secondo un articolo apparso in un quotidiano locale, la sgangherata Giunta regionale, a guida Tesei, avrebbe deciso di utilizzare le risorse nazionali per il taglio delle liste di attesa, messe a disposizione dall'ex Ministro della Salute Roberto Speranza – è bene ricordarlo – per un totale di 5,7 milioni, non ancora utilizzati. Le lista d'attesa sono chilometriche; i pazienti che hanno la fortuna di avere un appuntamento, sono costretti a un dispendioso giro turistico per tutta la regione, se non vogliono farsi curare da una struttura privata.
Comunque, tra la propaganda della Giunta Tesei e la realizzazione degli obiettivi c'è sempre di mezzo il mare e, anche questa volta, è difficile che riescano a farcela. La Giunta Tesei, infatti, è un mix d’incapacità gestionali accertate e di volontà di alimentare e costruire un sistema di Sanità privata a livello regionale. Com'è possibile che, nel delirio programmatorio della Sanità, la Giunta regionale s'inventi il “Terzo Polo” e, di fatto, chiuda l'ospedale, in una città importante e strategica come Spoleto? Fanno molto bene, tanti spoletini, a protestare per questa ingiustificabile discriminazione. A Spoleto, l’ospedale va ripristinato, con tutti i reparti, i medici, gli infermieri e i paramedici necessari.
La Sanità pubblica non va ridotta, ma potenziata e qualificata. È normale che l'ospedale di Pantalla, cioè di due città come Todi e Marsciano, venga di fatto chiuso? Secondo me, per niente. A chi dobbiamo questa scelta nefasta, se non alla Giunta regionale Tesei e alle due Amministrazioni comunali di Todi e Marsciano, che non battono ciglio? È necessario ribadire che il diritto alla cura e alla salute va potenziato, non ridotto, in tutta l'Umbria e in Italia. Questa Sanità pubblica è portata allo sfascio dalla Destra umbra, per evidente incapacità e per complicità con la Sanità privata.
È ora di ribellarsi. Ah, se solo ci fosse una vera opposizione politica e sociale!
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