Russia e Ucraina, le armi e il dialogo (Elisabetta Piccolotti)
Elisabetta Piccolotti (Verdi Sinistra): Fermare una guerra che sta devastando l'Ucraina. Lavorare subito per un cessate il fuoco. L’emendamento sull’invio armi per tutto il 2023 è una furbizia del governo che deve essere evitata.
“Abbiamo un obiettivo etico irrinunciabile: fermare una guerra che sta devastando l'Ucraina, uccidendo decine di migliaia di civili innocenti, provocando una violenta crisi umanitaria e perfino alimentare, grave anche sul piano energetico e per le conseguenze che ha in Europa e in tanti altri Paesi del mondo, dove l'inflazione colpisce prima di tutto i più deboli. La guerra è orrore e, come tale, come dice la nostra Costituzione, va ripudiata.” Lo afferma Elisabetta Piccolotti dell'Alleanza Verdi Sinistra intervenendo nell'Aula di Montecitorio sulla mozione relativa all'aggressione russa all'Ucraina.
"È stato rimproverato ai pacifisti di essere imbelli, inermi di fronte all'aggressore - prosegue la parlamentare di Verdi e Sinistra - o di essere deboli e pavidi, peggio ancora, di essere finti, di volere, con il pacifismo, lasciare campo libero all'invasione russa. Quante falsità. È in nome dell'empatia con questa sofferenza che il popolo della pace chiede a questo governo e a questo Parlamento di cambiare strategia e di mettere al centro del proprio impegno non più l'aumento della spesa militare e l'invio di armi, ma l'azione diplomatica e la convocazione di una Conferenza internazionale di pace sotto l'egida dell'ONU, insistendo anche affinché l'Europa riconquisti il ruolo che merita e che i suoi cittadini le chiedono di svolgere.
Per questo siamo basiti rispetto a quanto accaduto ieri al Senato, con l'emendamento presentato dal relatore al “decreto Nato e Calabria”, con cui il Governo autorizza l'invio di armi fino alla fine del 2023. Questa decisione non può essere presa prima che questo Parlamento abbia discusso, in maniera approfondita, dell'evoluzione del conflitto militare in Ucraina; questa decisione non può essere presa con un emendamento a un decreto minore, che parla anche di altro.
Nella scorsa legislatura i parlamentari di Sinistra Italiana e di Europa Verde si schierarono contro l'invio di armi, capendo, fin dall'avvio del conflitto, che l'escalation militare non avrebbe aiutato a risparmiare sofferenze al popolo ucraino. Mentre qui discutiamo, l'Esercito russo, infatti, sta devastando la rete elettrica e quella idrica dell'Ucraina, con un salto di qualità; mentre discutiamo, la Russia sta rendendo impossibile la vita e la sopravvivenza forse di milioni di persone, che sono al buio e al freddo. Per questo stride e pare davvero incredibile che il governo italiano non abbia pronunciato alcuna parola a sostegno di Papa Francesco, che ieri, saggiamente e generosamente, ha dichiarato la disponibilità del Vaticano e della Santa Sede a ospitare un dialogo orientato alla pace. Nessuna parola.
Chi siamo, noi, per chiedere il cessate il fuoco? Questa surreale domanda è stata posta in quest'Aula da una deputata di Azione/Italia Viva come se il cessate il fuoco fosse una richiesta che può essere avanzata solo dai belligeranti o come se l'Italia non potesse avere alcun ruolo o, ancora, come se questo Parlamento avesse davanti due uniche opzioni: belligerare a sua volta o arrendersi all'orrore, come un mero spettatore di un film che ci riguarda solo da lontano. No, non è così.
Noi siamo uomini e donne di pace, uomini e donne che devono agire e fare tutto il possibile affinché - conclude Piccolotti - questo conflitto trovi una fine, affinché milioni di persone vengano salvate, affinché la distruzione si arresti e cessino i combattimenti. Noi non smetteremo di dirlo finché questo Parlamento non agirà in questo senso.
“Perché il governo agisce con un emendamento comparso all’ultimo minuto? Perché - aggiunge la parlamentare parlando con i cronisti a Montecitorio - hanno timore di venire in aula con un provvedimento specifico? Forse perché ci sono troppe divisioni interne alla maggioranza e troppi parlamentari che hanno frequentato gli alberghi di Mosca negli anni passati o troppi che ricevono lettere dolcissime da Putin?
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