La politica si è fatta comunicazione e la comunicazione si è fatta politica. Questo è l'esito di quello che possiamo chiamare il berlusconismo, da non intendere come semplice descrizione delle alterne fortune del Cavaliere di Arcore, bensì come sintomo clamoroso del mutato rapporto tra rappresentanza e rappresentazione.
La crisi del Politico, frutto della parabola discendente dei grandi partiti di massa, si manifesta in modo esplicito con l'epifania della società dell'informazione. Quest'ultima, nell'Italia degli irrisolti conflitti d'interesse, vede al centro la televisione generalista commerciale, vero riferimento della e nella sfera pubblica. Una delle maggiori anomalie italiane rimane proprio la lunga inerzia del tv classica: in termini di frequenze, di risorse economiche e pure di costruzione del clima di opinione.
Vincenzo Vita, analizza il quarantennio tragico dell'informazione in Italia e scrive: "Serve un intellettuale collettivo e consapevole, capace di riscrivere l'algoritmo di Marx".

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