Rifondazione: elezioni regionali e sanità umbra
"Le elezioni regionali parlano anche all'Umbria: costruiamo subito l'alternativa alle destre"
Le elezioni regionali di Lombardia e Lazio stabilizzano il quadro politico nazionale a guida Fratelli d'Italia. Lo dimostrano il consenso di massa alla riconferma di Fontana in Lombardia e la vittoria di Rocca nel Lazio. Si è trattato di un voto politico generale, poco aderente alla sfida del governo locale e fortemente polarizzato tra centrodestra e centrosinistra. Un voto in cui il dato più eclatante è stato in questo senso l'astensionismo record, un problema democratico enorme. Il PD e più in generale lo schema del centrosinistra escono sconfitti in tutte le forme con cui si presentano. Il Movimento 5 Stelle, quando si presenta come nel Lazio in una coalizione alternativa con la sinistra e una propria candidata, riesce a raggiungere buoni risultati; va molto male quando si presenta in coalizione col PD come in Lombardia. Il duo Calenda-Renzi esce fortemente ridimensionato. Il risultato di Unione Popolare è fortemente negativo sia sul piano politico che elettorale, un dato inappellabile che conferma l'irrelevanza, i limiti di iniziativa e l'autoreferenzialità di questo progetto che rischia di essere una gabbia per Rifondazione comunista. Come detto in precedenza, l'unico dato incoraggiante è stato quello della coalizione Movimento 5 Stelle e sinistra nel Lazio. È lo stesso percorso che stiamo cercando di costruire in vista delle prossime elezioni comunali ad Umbertide e Corciano, un percorso che proponiamo anche per l'Umbria: un nuovo sistema di alleanze di sinistra e progressista che a partire dalla pace e dal contrasto alle politiche della destra si ponga il tema dell'alternativa e del governo dell'Umbria. Per non fare la fine della Lombardia e del Lazio è bene iniziare subito. Diversamente, nonostante i danni della destra in Umbria, rischiamo di riconsegnare la nostra regione a Tesei e compagnia.
Sanità umbra, Rifondazione comunista: "Anche la Corte dei Conti ne certifica il collasso"
La stoccata della procuratrice regionale Rosa Francaviglia della Corte dei Conti sulla gestione della sanità umbra ne certifica il collasso. Per noi però non si tratta di una sorpresa. Denunciamo questa situazione almeno dal 2016 in corrispondenza della crisi politica dell'allora governo regionale, di cui non facevamo più parte, sulle nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. Una crisi che la diceva lunga e che avveniva in un contesto in cui i veri problemi, dal decreto Lorenzin all’assenza del piano regionale, erano rappresentati dai tagli, dal dilagare delle privatizzazioni, dalle liste d'attesa, dal depotenziamento della medicina di territorio e della prevenzione. Allora predicavamo nel deserto. Con il governo delle destre a trazione "nordista" si è continuato a tagliare e a privatizzare. I risultati di Tesei e Coletto li conoscono bene soprattutto i malati: problemi per le degenze, liste d'attesa interminabili, pronto soccorso in sofferenza, assenza di manutenzioni, carenza di personale, fuga di professionisti. Per questo torniamo a rivolgerci alle opposizioni in consiglio regionale e alle forze politiche progressiste e di sinistra dell’Umbria per lanciare una mobilitazione politica regionale non solo per difendere la sanità pubblica, ma anche per mandare via questo governo regionale e costruire l'alternativa.
Andrea Ferroni, Segretario Provinciale di Rifondazione comunista di Perugia
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