Nella serata di venerdì 30 Giugno, presso il circolo ARCI La Piroga di Settevalli, si è svolta l'iniziativa politica dal titolo: "Perugia 2024, che scelgano
le cittadine e i cittadini", coordinata da Aurora Caporali. Hanno preso parte all'evento circa novanta persone, molte delle quali coinvolte nel mondo della
politica perugina. «Si sono svolti in queste settimane alcuni eventi che parlano di ‘partecipazione’ e sullo stesso solco di questa riflessione desideriamo
posizionarci: quello della ‘partecipazione’ è un tema indispensabile, dato il clima di sfiducia che la cittadinanza dimostra verso ‘la politica’» dice
Caporali, che prosegue: «Questa sfiducia diffusa si evidenzia, in tutta la sua pesantezza, se si osservano i dati relativi alle affluenze al voto e al
tesseramento dei vari partiti e, altrettanto, si respira, in città, quando ci si trova a parlare con gli amici o con chi si incontra».
Caporali aggiunge che non si può parlare di scelte partecipate se si ha paura dell’esito del voto: non è vera partecipazione se non c’è, nella battuta finale,
una responsabilità condivisa espressa dal voto cittadino: «Non si chiami ‘partecipato’ un percorso pre-confezionato, non si chiami ‘dal basso’ ciò che
ha una regia». Insomma, il metodo proposto dagli organizzatori e dai partecipanti percorre due strade: le primarie di coalizione come mezzo di scelta condivisa della Sindaca o del Sindaco e un lavoro trasversale e partecipato sui temi cari alla città, che coinvolga tutti: partiti, sindacati, organi intermedi e cittadini che desiderino dare un contributo, come costituente di un progetto politico per Perugia. Contributi in presenza e scritti da parte di nomi che in città non hanno bisogno di presentazione: Sara Pasquino, Vittoria Ferdinandi, Primo Tenca, Walter Cardinali.
Sara Pasquino ha esposto le ragioni della questione di genere, ha evidenziato che Perugia non ha mai avuto una Sindaca, ha parlato della necessità, ormai
imprescindibile, di educare in direzione di una parità reale e non solo formale: la prossima amministrazione non potrà ignorare un approccio pragmatico.
Vittoria Ferdinandi ha inviato un lungo contributo, dove afferma che vale la pena non desistere dall’impresa eroica di cercare di riannodare il filo rotto che
tiene insieme la politica e la partecipazione: «Mi sembra che il dibattito di oggi sia un primo passo necessario da affrontare insieme per cominciare a
mettere le basi di quella città futura che, mi auguro, la nostra parte comincerà ad immaginare già da oggi». Ancora Ferdinandi : «La politica ha per materia gli uomini, i dolori, gli affetti, le necessità di vita degli uomini, le loro speranze. Se l’uomo politico sbaglia nella sua ipotesi è la vita degli uomini che corre pericolo, e questo pericolo va scongiurato, per quello che è possibile, attraverso delle pratiche fatte di ascolto e prossimità ai cittadini e alle cittadine. Per farlo bisogna, prima di tutto, essere prossimi. Non bisogna essere retori pieni di sentimentalismo, ma uomini che sentono concretamente. Bisogna sapere immaginare il dolore delle vite che si muovono sotto i provvedimenti, perché una politica che non sa rappresentarsi il dolore dell’altro, che non sa sentire il dolore dell’altro, è una politica crudele ed inefficace».

 

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