LE COSE IMPORTANTI
86 anni fa moriva Antonio Gramsci. Il fascismo lo rinchiuse in carcere e Mussolini diede l'ordine: "dobbiamo impedire a questo cervello di pensare". Ma Gramsci, nonostante il carcere e l'isolamento, è stato il più grande pensatore del Novecento e i suoi scritti ancora oggi vengono letti in tutto il mondo.
Lo voglio ricordare con questa lettera che scrisse alla madre il 10 maggio 1928, poco prima della condanna a 20 anni 4 mesi e 5 giorni di prigione
Carissima mamma,
non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna stiano per darmi.
Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione.
Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente.
La vita è cosí, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.
Ti abbraccio teneramente.
Nino

 

Condividi