di Thomas De Luca // Consigliere M5S Assemblea legislativa dell’Umbria

Stefano Brando, 62 anni, è stato il primo medico della nostra regione ad essere ucciso dal covid-19.

Ha contratto il virus mentre portava assistenza domiciliare ai propri pazienti.

Ed è morto per onorare il giuramento fatto tanti anni fa dopo la laurea.

In questa guerra il contributo dato dai medici di famiglia è costante e notevole, ma ciò nonostante spesso sono vittime di critiche ingenerose o di generalizzazioni.

Non va dimenticato che spesso essi sono i primi a pagare la disorganizzazione della sanità umbra, mentre allo stesso tempo sono chiamati a supportare pazienti con quadri clinici complessi che necessitano di cure specifiche ed assistenza che va conciliata con i protocolli di sicurezza imposti dalla pandemia.

Un contesto in cui si creano situazioni di notevole complessità che richiedono per loro sforzi imponenti che vanno ben oltre ciò che impone il ruolo professionale.

Ogni giorno ricordiamo chi lavora tra mille difficoltà nelle strutture sanitarie, ma ritengo altrettanto doveroso commemorare il dottor Stefano Brando e con l’occasione ringraziare tutti quei medici di medicina generale che continuano ad assistere i cittadini dell’Umbria con dedizione e d impegno, nonostante i rischi elevati che questo momento storico comporta.

Condividi