Il 17 febbraio all'hotel Deco di Ponte San Giovanni alle 21 sarà presentato il libro La Guerra Capitalista con l'autore Stefano Lucarelli. Partecipano Andrea Ferroni (PRC di Perugia) e Stefano Vinti (Associazione Umbria Left che cura l'iniziativa).
Il libro studia una legge di tendenza verso la centralizzazione del capitale che distrugge la democrazia e fomenta la guerra, una tendenza di gestione del capitale in sempre meno mani e che disgrega l'ordine liberal democratico e alimenta la guerra militare tra le nazioni. Il libro di Lucarelli indaga le basi teorico empiriche della centralizzazione del capitale e delle ragioni del suo potenziale sbocco bellico. La globalizzazione ha creato una grande divaricazione tra le economie e uno squilibrio capitalistico questo squilibrio genera una varianza di posizioni di credito e debito pubblico che scatena una lotta interna alla classe dominante. Il capitale diventa egemonia plutocratica. Quando però l'azione contraddittoria dei creditori si espande fino al punto di travalicare i contesti geopolitici, allora si fa più forte il rischio di una reazione difensiva dei debitori.

E così, inevitabilmente, lo scontro tra debitori e creditori innesca una catena di mosse che porta alla crisi economica, sfocia nel protezionismo e alla fine arriva lo scontro armato e alla guerra. Certamente dentro la classe dominante, tra capitalisti, ma anche verso la classe lavoratrice subalterna, prima afflitta da disoccupazione, inflazione e sfruttamento crescente e poi, all'occorrenza arruolata nel misero ruolo di "carne da cannone". La "centralizzazione capitalistica" del capitale è destinata a riscrivere nel sangue il quadro dei rapporti di forza, tra le nazioni e tra le classi. Dal libero scambismo della prima ,si è passati a un nuovo protezionismo dei debitori occidentali che impedisce ai creditori orientali di esportare e poter, alla pari, centralizzare il capitale e questo li induce a una sorprendente reazione. "La Guerra Capitalista" in Ucraina è esplosa non semplicemente per conquistare territori ma per stabilire le regole imperiali del futuro ed è una guerra che può avere conseguenze catastrofiche.
È stato osservato che oggi è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. E se la fine del mondo possa scaturire proprio dalla sopravvivenza di questo capitalismo?
Stefano Vinti per Associazione UmbriaLeft.

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