“Se do il pane ai poveri, tutti mi chiamano santo; se dimostro perché i poveri non hanno pane, mi chiamano comunista e sovversivo.”
Hélder Pessoa Câmara
Come Giovani Comunisti/e nei giorni scorsi abbiamo incontrato Papa Francesco. La nostra laicità non ci impedisce di riconoscere in Papa Bergolgio con i suoi interventi e le sue encicliche un punto di vista non allineato al pensiero unico
del capitalismo predatorio neoliberista e la sua ultima dichiarazione riguardante riduzione dell'orario di lavoro, reddito o salario universale è un esempio lampante.
Solidali con gli sfruttati e radicali nel capire le ragioni dello sfruttamento, questo è il senso che anima la politica dei/delle Giovani Comunisti/e quotidianamente. Combinare la solidarietà con la radicalità vuol dire interrogarsi su quanto accade intorno a noi e porre le basi affinché la costruzione di un altro mondo sia realmente possibile.
Per questo pratichiamo da anni mutualismo e conflitto. Il mutualismo fra pari, per disinnescare l'atomizzazione tipica di questo tempo che spinge il singolo all'egoismo e attraverso il quale è possibile favorire elementi di autorganizzazione dal basso e coscienza di classe, così che gli ultimi del mondo possano vincere la paura e sostenersi a vicenda; il conflitto come strumento per l'emancipazione dalla condizione di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, che crea un aumento sempre più evidente delle disuguaglianze, in Italia e nel Mondo.
Ma questo non basta perché, come alcuni precursori dicevano già molti decenni fa, si squaderna in quest'epoca contemporanea anche il problema enorme della questione ambientale.
Siamo nel solco di tutti coloro che hanno rinverdito la tradizione del marxismo coniugandola con la capacità di vedere dentro e oltre la contraddizione capitale-lavoro, la contraddizione tra uomo e ambiente. Per questo il tema più generale di giustizia climatica non può essere scisso per noi dalla questione sociale.
Il capitalismo, posto in essere dai Paesi più ricchi del Mondo, provoca ingiustamente un impatto sproporzionato sulle fasce sociali più povere e distrugge contemporaneamente l'ecosistema.
Per questo oggi, insieme alle tesi del XI congresso del Partito della Rifondazione Comunista e ad un quadro simbolo della solidarietà internazionale, abbiamo regalato all'autore della “Laudato si' ” il libro “A Planet to Win”, il cui titolo non a caso rende omaggio allo storico "Manifesto del Partito Comunista" di Marx ed Engels. Il mondo, stavolta, inteso come Pianeta nella sua complessità e molteplicità, perché esiste un programma di trasformazione complessiva della società che riduce le diseguaglianze ed evita il continuo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo su ogni altro essere vivente.
Siamo giovani, siamo comunisti e siamo coscienti che la sfida che abbiamo davanti è così importante da non poterci fermare di fronte ad ogni ostacolo, perché il mondo che vogliamo sia realmente senza barriere né confini. Come dimostrava con l'esempio Don Lorenzo Milani, conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt'uno e noi proviamo a farlo quotidianamente perché viviamo sulla nostra pelle la precarietà del presente e l'incertezza del futuro. Non è questo il mondo che dovevano consegnarci, non sarà così il mondo che consegneremo. Ringraziamo Papa Francesco per le parole di incoraggiamento che ci ha rivolto e la curiosità che ha dimostrato nei nostri confronti.
Andrea Ferroni, Coordinatore Nazionale Giovani Comunisti/e
 

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