Sarà un autunno caldissimo per i 12 comuni dell'Umbria chiamati a rinnovare Sindaci e Consigli, un autunno caldissimo, ma certo è che nemmeno l'estate preparatoria alle elezioni mostra refrigerio, non tanto per la temperatura percepita, quanto per quella che si vive all'interno di partiti e anime politiche.
L'incertezza regna sovrana e già c'è chi, carta e penna alla mano, inizia a fare il conteggio sui comuni: qui vinciamo, qui perdete, qui glielo "famo grosso così"... ah qui invece "ve lo fanno a canestro"!
I protagonisti che raccontano la realtà, come nella celebre barzelletta di Gigi Proietti, sono tanto di sinistra che si destra, anime erranti, innamorate e deluse dalla politica, giochi di parole di chi vorrebbe entrare nelle stanze del potere, con chi li suggerisce, tra chi si impegna per un futuro migliore e tra chi resta a guardare il carro in salita, senza dare una spinta alla coppia dei buoi che arranca.
Chi saranno i pretendenti e i candidati sindaci? Silenzio assoluto, no proprio assoluto no, con Assisi che è partito prima di di tutti con le candidature ma anche nella città serafica le sorprese non mancheranno, statene certi.
La sinistra? Oh la sinistra con il PD (se vogliamo chiamarlo ancora sinistra, accomodatevi pure, ma sono in tanti a storcere la bocca e tapparsi il naso!) sta osservando la situazione, "portando avanti un'analisi approfondita dei possibili candidati, che devono esprime pluralità della coalizione, nella precisa ottica in cui il progetto...". Sulla carta del chiacchiericcio politichese, potrebbe essere anche accettabile a conti fatti è altro: il PD non ha candidati validi, sono finiti, ma non alzerebbe una mano, peggio un solo dito, per accettare un candidato che non abbia la tessera del partito o che sia di comprovata fede piddina.
Ne è un esempio Amelia, un tempo roccaforte del vecchio PD e che ha consegn,ato per beghe interne, la città al centrodestra. 
"L’irresponsabilità politica della dirigenza del Pd amerino è un qualcosa di mai registrato in precedenza. La segreteria del Pd ha manifestato tutta la sua incapacità a condurre un tavolo programmatico con le forze politiche che si erano incontrate da febbraio (Pd-M5s-Rifondazione comunista-Italia viva – Azione- Sinistra italiana- Centristi- Socialisti- Europa verde e Rete Resistente) costrette a registrare fin dall’inizio l’ostinazione del Pd a voler accampare diritti sulla candidatura. Ciò ha comportato una progressiva e inarrestabile frantumazione del tavolo stesso".  Sono parole dure che vengono dalle voci di sinistra che non si riconoscono nel PD ma che riescono a vedere la situazione che vi abbiamo appena descritto. L'uomo da candidare, presente, capace e valido, non c'è all'interno del PD, ma se non c'è deve essere comunque del PD
Perchè credete che a Città di Castello sia diverso, o che la situazione cambi a Bettona, Spoleto, o magari Bevagna o nei piccoli comuni del ternano? Fare alleanza con i 5Stelle o non farla? Contarsi tutti insieme o andare allo scontro ognuno con i suoi carri armati? Il problema vero come dice un vecchio compagno è che gli elettori non amano il centro destra, ma non tornerebbero mai a votare quelli che c'erano prima! In questa situazione di incertezza, raramente c'è chi propone un modo nuovo di fare politica, di tornare ad ascoltare i cittadini, prendersi cura dei loro problemi, adeguarsi alle necessità con una logica nuova, che non sia la bassa e facile spartizione politica di posti e assessori in base ad un rigoroso manuale Cencelli. E' che finiamo per parlare di uomini e non di contenuti, ma è un refrein che abbiamo visto per anni e consultazioni elettorali e la sinistra si è vista mangiare comuni e la stessa Regione, a bocconi grossi come supplì. Immobile la sinistra nel vedere  chi mangia e chi si auto invita per pappare quello che resta. Quello che vogliono i cittadini è attenzione ai loro problemi, essere ascoltati, non tanto esaudire i desideri, ma essere ascoltati, avere non tanto le certezze, quanto le sicurezza. C'è un appunto che occorre fare: la sinistra che non è il PD ha ammesso da tempo gli errori, i suoi errori, le sottovalutazioni dei cambiamenti della società e il modo di ogni cittadino di voler essere governato. Lo ha fatto, ne ha pagato il fio in una serie di frammentazioni devastanti. L'unico che ancora non ha fatto autocritica è il PD che vive una modo tutto suo di sopravvive: dalla frantumazione e dalla divisione ne trae forza e giovamento, finisce in questo partito che pochi partecipano e soprattutto, pochi comandano. Se uno volesse guardare bene la situazione ed avesse il coraggio di dire la verità, dopo aver bevuto una tazza di caffè che aiuta a stare svegli, riconoscerebbe che di sinistra c'è rimasto poco in loro. In loro oggi c'è qualcosa di nuovo, forse di antico, probabilmente di democristiano, dei peggiori però, perchè i buoni democristiani erano altra cosa!

Con affetto, Gino Peru.

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