Domenica scorsa è stato presentato a Fossato di Vico, alla presenza di  esponenti della città e dei comuni della fascia appenninica, tra i quali anche  l’assessore alla cultura del Comune di Fabriano, un volume con gli atti di un  convegno storico (La Signoria dei Bulgarelli di Fossato, a cura della  Regione dell’Umbria). Fossato, come noto, festeggia ogni anno a maggio i  propri Statuti trecenteschi (editi nel 2000 da Luigi Galassi) e, per farlo, ha  approfondito il tema chiamando a raccolta alcuni membri della Deputazione  di Storia Patria per l’Umbria, Attilio Bartoli Langeli e Sandro Tiberini. Il  Borgo medievale è stato conteso, nei secoli XII e XIII, dalle città dominanti,  Gubbio, Fabriano e Perugia, e, alla fine, ha vinto quest’ultima. Da feudo dei  Conti di Nocera, tra cui Vico detto Lupo (dal quale trae nome Fossato di  Vico), a signoria dei Bulgarelli, il Castello di Fossato è stato venduto nel 1251 a Gubbio, che, a sua volta, nel 1259, dovette cederlo a Perugia. Divenuto  libero comune, Fossato si è retto con propri ordinamenti pur entrando a far parte dello Stato pontificio. Il contesto geopolitico, nel quale ha operato la  comunità fossatana, è stato illustrato da Tiberini, mentre Bartoli Langeli ha  esaminato - anche se brevemente - i documenti notarili. Sono seguite le  domande dei presenti. Il tutto è stato introdotto dalla relazione della  dottoressa Paola Monacchia, già funzionaria dell’Archivio di Stato di Perugia e Presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, e coordinato  dall’Amministrazione comunale.  Il giornalista Ottavio Giombetti, infine, ha commentato un video divulgativo  sulla storia locale. L’auspicio è che l’esempio di Fossato sia seguito dagli altri comuni  appenninici. 

Mario Centini

 

Condividi