La finale dei Mondiali di Calcio (di Attilio Gambacorta)
Ieri simpatizzavo per la Francia. Una cosa spontanea, forse la presenza del bianconero Rabiot, dell'ex bianconero Duchamp. E sicuramente non dovuta ad una antipatia radicata nei confronti dell'Argentina. Uno stato che suscita le mie curiosità da quando da adolescente lessi "dagli appennini alle ande", uno dei mitici racconti del famosissimo libro "cuore". E poi Maradona, "i diari della motocicletta" di Che Guevara che, giovanissimo, raccontava la povertà di quell'infinito continente che è l'America Latina, pieno di contraddizioni, di ingiustizie, dove la povertà raggiunge livelli allarmanti. Ma ieri il mio cuore pendeva per i cugini francesi: l'inno, l'Europa, la nostra storia, il tricolore, con il blue al posto del verde, la lingua. "Moi aussi", queste due parole ne testimoniano la bellezza. Credo che questo mio scegliere sia dipeso, senza rendermene conto, dalla mia storia, dal mio essere cittadino europeo, dalle mie radici. Ho timidamente esultato al primo pareggio della Francia. Ero con mio padre ed è con lui che ho condiviso questo momento. Una partita esaltante, direi storica, difficilmente ne vedremo una con la stessa intensità e capovolgimenti. Una partita che somiglia a quella di 52 anni fa: Italia Germania 4 a 3. Avevo 11 anni, ero sempre con mio padre che ne aveva 38. La gioia che provai per il quarto goal di Rivera è indimenticabile. Il calcio dà queste emozioni, emozioni spontanee,di gioia, che dobbiamo difendere se vogliamo che il calcio resti per sempre un sentimento popolare che racconta la gioia di un popolo intero. A fine partita ero combattuto fra i canti degli argentini che esultavano per la vittoria e i francesi delusi che avevano dato tutto quello che avevano da dare, sfiorando la conquista del loro terzo titolo mondiale. Questo è lo sport, e così deve restare, perché lo sport è cultura, folclore, passione. Non riusciranno i trilioni di denaro a soffocare questo sentimento popolare, ma, è certo, che lo compromettano inquinandolo con il dio denaro. Ma il calcio, fatto dalle storie leggendarie di suoi campioni, resterà per sempre un sentimento genuino nel cuore dei puri
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