Storica via di Perugia dove il movimento studentesco degli anni 70 ha vissuto le sue più importanti giornate guidate da un giovane e brillante Paolo Vinti.

Lo ricordo ancora come un abile oratore che sapeva motivare le nostre sensibilità, la nostra genuina e giovanile fede politica, dare speranza ai nostri sogni di cambiare il mondo.

E per tutta la sua esistenza Paolo a Perugia ha significato questo: la caparbietà di non cedere alle sconfitte, di credere nella possibilità di cambiare il mondo, di andare oltre i luoghi comuni.

La sua visione del mondo era dettata da un internazionalismo concreto, non di facciata, credeva fermamente nella possibilità concreta di unire i popoli dell’Europa in un universalismo totale che avrebbe sconfitto quello che oggi noi comunemente chiamiamo l’1%.

E in questa analisi, ancora una volta, aveva capito prima di tutti, in anni che ancora non era molto chiaro quali sarebbero stati i sviluppi storici e politici, dove il mondo andava a parare.

Ma nonostante tutte le sconfitte politiche e sociali che la sinistra radicale ha subito, aveva la capacità di analizzare il momento storico dai punti di forza del pensiero antagonista e alternativo, come i movimenti altermondialisti dell’America Latina, o il movimento no Global nato a Genova nel 2001 durante il famoso G8, oppure il movimento pacifista sempre di quegli anni.

Capacità non comuni di analizzare le fasi storiche che lo portavano ad essere un vero intellettuale politico, non banale, non dogmatico, di vedere oltre le apparenze le contraddizioni del nostro tempo e di saperle analizzare.

Questo era Paolo e questo la città di Perugia vuole ricordare. Un intellettuale a tutto tondo.

Quello che quei miserabili, con atti osceni, criminali e fascisti, non potranno mai cancellare e quello che una città come Perugia, con le sue tradizioni e la sua storia non può e non deve (dovrebbe) tollerare.

Qui non siamo difronte solamente, per quanto grave e terrificante possa essere, ad un’apologia del fascismo, qui siamo nel pieno di un reato criminale che tutti i cittadini, al di là delle proprie opinioni politiche, e tutte le istituzioni hanno il dovere di condannare senza se e senza ma; e dovere delle forze dell’ordine è quello di individuare i colpevoli per punirli nel rispetto della legge italiana.

Attilio Gambacorta

Associazione Culturale Umbrialeft

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