DEPENALIZZAZIONE, PERCHE’ HA TORTO L’ON CIRIELLI 

L’on Cirielli (FDI-sottosegretario agli Esteri) ha presentato il 13 ottobre la  proposta di legge AC 291 per ripristinare il delitto di atti osceni (art 527 CP),  che era stato depenalizzato con il Dlgs 8 del 2016. 

E’ l’occasione per parlare di depenalizzazione, che è un processo legislativo iniziato nel 1975, proseguito nel 2000 e 2016, ed è in continua evoluzione. Non deve essere confusa con l’abrogazione del reato  (delitto/contravvenzione), che rende lecito il fatto. De-penalizzare vuol dire  uscire dalla pena (reclusione/multa; arresto/ammenda), sostituirla con  sanzione amministrativa, disciplinata dalla L. 689 del 1981. 

La depenalizzazione si è fatta strada con difficoltà nel nostro ordinamento  perchè si ritiene che la sanzione penale sia “l’unica in grado di reprimere e  ostacolare tali azioni” (dalla Relazione Cirielli). La sanzione penale, al  contrario, esiste solo sulla carta, nella pratica giudiziaria non si arriva spesso  a sentenza: la mole del lavoro è tale che il reato si prescrive o si dichiara non  doversi procedere per altra causa. La depenalizzazione è stata, così, vista come semplice “contributo a snellire l’intenso carico di lavoro del giudice  penale” (Cirielli). Deve essere, pertanto, reinterpretata: se è solo una sanzione  pecuniaria non ha molto senso. L’esecuzione forzata è notoriamente costosa  e complessa, stante la difficoltà di fare notifiche valide. Occorre pensare a  sanzioni personali interdittive calibrate sul tipo di illecito e sul soggetto  responsabile, compresa la pubblicazione del testo integrale dell’ordinanza ingiunzione motivata (con la quale è irrogata la sanzione) sul sito del  Ministero della Giustizia. Sarebbero più efficaci di una condanna penale (se  e quando si riesce ad ottenere). Ovviamente l’on Cirielli con la sua proposta  ottiene l’effetto mediatico di rassicurare i suoi elettori sulla volontà del suo  partito e del Governo di garantire ordine, sicurezza e moralità pubblica con  la repressione penale. Ma sul piano pratico va nella direzione opposta. 

Il discorso potrebbe continuare a lungo ma mi riservo di tornare  sull’argomento. 

Mario Centini

 

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