Dal Patto del Sagrantino al patto del Verdicchio
Un tempo era stato il Patto del Sagrantino, stipulato tra le tre regioni del centro Italia: Umbria, Marche e Toscana, per realizzare quell'Italia Mediana che nessuno alla fine ha voluto fare. Un patto sbandierato e rimasto sulla carta. Un patto tra regioni Governate dal centro sinistra e che sembravo inviolabili come governo politico.
Oggi quel patto si stringe a due, tra Umbria e Marche diventa il Patto del Verdicchio.
In un incontro, definito estremamente operativo, che si è svolto oggi nella sede regionale di Palazzo Donini a Perugia, i presidenti delle Regioni Umbria e Marche, insieme ai relativi staff tecnici, hanno affrontato i maggiori temi sui quali i due territori stanno lavorando per obiettivi comuni e che necessitano di assoluta sinergia. Il tema principale è stato ovviamente quello delle infrastrutture, considerato fondamentale non solo per l’economia di Umbria e Marche, ma interessante per la ripartenza dell’intero Paese che ha il suo baricentro in queste Regioni centrali.
I sistemi ferroviari e stradali, alcuni da realizzare, altri da completare ed una riflessione sulle possibili sinergie da costruire tra gli aeroporti umbro-marchigiani, per offrire maggiori possibilità non solo sul versante turistico ma anche per favorire scambi commerciali ed industriali.
Inutile nascondere che i due Aeroporti, quello di Perugia e quello di Ancona sono stati al centro dei pensieri dei due presidenti di Regione.
Appena una settimana fa a palazzo Cesaroni si discuteva di Aeroporto, di quell'aeroporto che non decolla e che negli anni passati ha inanellato un disastro dietro l'altro.
L’aeroporto di Sant’Egidio sarà l’acceleratore della ripresa della Regione. Ne è convinta la presidente Donatella Tesei che, nel corso di una question time, ha risposto alla interrogazione dei consiglieri regionali della Lega, Paola Fioroni e Stefano Pastorelli. Dopo l’assemblea dei soci di Sase a giugno in cui è stato approvato il bilancio al 31 dicembre 2020 ed il piano di risanamento e industriale dello scalo perugino reso necessario dalla perdita di 1.599.509 euro risultanti dal bilancio 2020 a cui si aggiungono di 396.307 persi nel primo trimestre 2021 a causa del sostanziale azzeramento dei passeggeri nel primo trimestre, la situazione aeroporto è arrivata a un punto di non ritorno. La Regione ha quindi ricapitalizzato Sase attraverso Sviluppumbria. Adesso sembra che l'intenzione di condividere le infrastrutture possa concretizzarsi: non è aiuto per nessuno e tanto meno spinge a migliorare bilanci e utenze, l'avere due aeroporto rivali a distanza di poco più di cento km di volo. Ancona e Perugia sono troppo simili e troppo simili sono i problemi per non pensare e dividere rotte e voli comuni.
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