CSS il combustibile da rifiuti. De Luca apre il capitolo delle polemiche
“Il combustibile da rifiuti, il cosiddetto CSS, non risolve in alcun modo il problema della chiusura del ciclo dei rifiuti e non rappresenta la via della salvezza per l'industria del cemento nel territorio regionale. Questo dicono i dati che confermano come la destra umbra ci stia conducendo verso il baratro dell'emergenza rifiuti e della crisi occupazionale soffiando sul fuoco del conflitto sociale”, Lo afferma il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca in una “nota condivisa con la senatrice Emma Pavanelli ed i consiglieri comunali di Gubbio, Rodolfo Rughi e Mauro Salciarini”.
Per De Luca si tratta di “un comportamento di una irresponsabilità politica senza precedenti che come M5S condanniamo con fermezza e senza mezzi termini. A distanza di due anni il Consiglio regionale non ha ancora visto neanche una riga di piano dei rifiuti e nel PNRR umbro non è presente alcun investimento in ricerca, infrastrutture e innovazione per l'applicazione dell'idrogeno nei settori ‘hard-to-abate’ così come invece previsto nel piano nazionale per l'industria pesante del cemento e dell'acciaio”.
“Allo stato attuale – si legge nella nota - le discariche umbre arriveranno a saturazione entro il 2025. Investendo decine di milioni di euro per un'impiantistica volta alla produzione di CSS, anche se magicamente questo dovesse essere fatto domani mattina e senza considerare il tempo di costruzione degli impianti, la vita delle discariche sarebbe prolungata di soli sei anni. Senza contare – continua - che il finanziamento di questi impianti con i fondi del PNRR è stato totalmente escluso dall'Europa. L'unica alternativa possibile è l'adozione di un piano integrato basato su un'impiantistica con massimo recupero di materia”.
“Sul fronte dell'industria cementiera – commenta De Luca -, al netto dell'eventuale riduzione dei costi del combustibile incentivata dalla Regione con il passaggio dal pet-coke al CSS, è impensabile che il nostro tessuto produttivo possa sopravvivere agli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dalla Comunità europea (-55% entro il 2030) ed al relativo aumento esponenziale dei costi, senza una transizione ecologica dei processi di produzione”.
“Se il nostro Paese ha individuato il settore del cemento come uno dei settori primari in cui investire in transizione ecologica, Gubbio non può che essere, per la sua storia, il polo nazionale di questo cambio di paradigma attraverso l'applicazione dell'idrogeno. A chi deve rispondere la politica umbra? All'interesse pubblico, ai lavoratori, agli imprenditori che investono e tutta la comunità umbra oppure alle logiche estrattiviste di chi erode e svuota i territori per poi abbandonarli delocalizzando alla prima occasione utile? Ai cittadini - conclude - o alle multiutility fornendo cibo per discariche e inceneritori?”.
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