RIFLESSIONI D’AGOSTO
Si è svolta, il 24 di luglio, l’assemblea regionale del PD. In quella sede è stato consegnato alla Presidenza regionale e al RO Nazionale un documento critico sulla gestione della democrazia interna del PD di Perugia e alle modalità con
cui la dirigenza si sta muovendo in merito alle prossime elezioni comunali.
Il documento è l’ultimo di una serie di proposte, del tutto ignorate, redatte in  maniera collegiale da un gruppo di circoli e iscritti del PD di Perugia, che da un anno denunciano lo stato di malessere profondo in cui versa il Partito comunale; ristretto nel numero di iscritti e sempre più in preda agli spasmi dei pochi che sono alla ricerca di posti elettivi. Uno dei temi più caldi, l’ultimo in ordine cronologico, è quello della composizione della coalizione per le amministrative di giugno 2024. Anche in questo caso: nessun confronto aperto, ma solo decisioni prese tra pochi.
L’amarezza maggiore deriva dalla gestione del dibattito interno da parte della dirigenza del PD perugino; una gestione basata su simpatie e antipatie, distribuendo patenti di “amici” e “nemici”, o di “responsabili” e “irresponsabili”, volta unicamente a perpetuare lo status quo. A Perugia ci sono due modi distinti e distanti di vivere il Partito. Un gruppo si
posiziona in prima fila per ricostruire una presenza forte in città, per ricollegarsi alla comunità, come dimostrato da una serie di eventi partecipatissimi: oltre 80 persone ciascuno, e poi c’è un gruppo dirigente interessato solo al proprio tornaconto, che organizza eventi inconsistenti e improvvisati, anche su temi cittadini importanti.
Questa gestione animata da interessi personalistici ha portato recentemente all’autoconvocazione, da parte dei Sette circoli e altri delegati, dell’Assemblea comunale. Gesto che nasce dalla consapevolezza del fatto che il PD di Perugia
è in forte ritardo sul percorso delle amministrative. Un tentativo, per scongiurare il rischio di ritrovarsi a settembre senza aver discusso almeno dei temi centrali per le prossime amministrative: il ruolo delle primarie come percorso di apertura alla città, la coalizione e il progetto che deve sostenere, il profilo della candidata o del candidato. L’esito dell’assemblea è stato l’ennesimo muro di gomma. Paternali, accuse dirette di voler spaccare il
partito, una impermeabilità totale alla critica politica avanzata nelle sedi preposte. Il tutto condito con una serie stucchevole di autocelebrazioni e autoassoluzioni decantate dai segretari comunale e regionale.
Alle porte c’è la grande sfida delle amministrative: fino a che punto si vuole arrivare? Il rischio è che nel rincorrere, senza una logica condivisa, frammenti di classe dirigente di altri Partiti, si continuino a perdere pezzi del proprio. Ma
soprattutto con quale legittimità si pensa di poter parlare alla città quando non si riesce neppure a parlare con metà del proprio partito?
Noi continueremo a parlare con la città per una Perugia proiettata verso le nuove sfide.
 

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