Non c'è fine al peggio. Il profitto è al di sopra di tutto. Non esistono diritti, l'unico parametro valutabile è quello del massimo super plusvalore.

Un lavoratore è tale solo se con il suo lavoro riesce a dare un valore aggiunto a quello che è il suo salario. E per ottenere ciò si calpesta la dignità umana, non si riconosce la sua condizione di essere umano, che vive, lavora, fatica, dedicando a questo impegno la maggior parte della sua giornata.

Si impedisce di fatto di sperare di poter migliorare le proprie condizioni materiali, di emanciparsi, si nega la possibilità di dedicare un parte del proprio tempo ad attività intellettuali e ricreative per arricchire la propria personalità da un punto di vista intellettuale.

In questo contesto è da attribuire la disumana imposizione dell'Amazon di imporre ai suoi dipendenti di indossare un bracciale per velocizzare la ricerca del plico da avviare per la spedizione. Solo che l'applicativo consente all'azienda di controllare i movimenti di ogni singolo lavoratore, minandone profondamente la privacy.

Questo testimonia per l'ennesima volta come il periodo storico in cui viviamo sia caratterizzato da quello che Luciano Gallino chiama lotta di classe al contrario, dove l'élite ha stravinto nei confronti della classi sociali subalterne.

Amazon, oltre ad essere una multinazionale che elude il fisco, stravolge il commercio mettendo in profonda crisi tutta una rete commerciale fatta di piccoli negozi desertificando i centri storici, oltre a offrire lavoro altamente precario e sottopagato, introduce anche questa condizione che è lecito chiamare di schiavitù.

Le responsabilità più gravi devono essere attribuite ad una sinistra politica che ha del tutto rinunciato ad essere se stessa abdicando a quella che era la sua vocazione originale: difendere i più deboli, lottare per la democrazia e l’uguaglianza, ridistribuire la ricchezza.

Oggi la ricchezza è in mano ad una strenua minoranza, che, oltre a detenere saldamente il potere economico, controlla e gestisce anche quello politico.

Non è più rinviabile la rifondazione di una sinistra che sia tale. Che lotti contro queste mostruose ingiustizie, che introduca elementi di disobbedienza civile che possano essere raccolte da altre forze per superare definitivamente questa concezione dell’Europa, che risulta divisa fra chi tende a farla esplodere e chi, continuando con queste politiche di austerità, contribuisce al suo fallimento.

Per fare questo è necessario ripartire da un nuovo municipalismo prendendo esempio dall’esperienza del comune di Barcellona su temi come l’immigrazione, la questione abitativa e quella culturale e, appunto, quella del lavoro.

Aspetti che rappresentano le fondamenta per una rinascita sociale che si ponga l’obiettivo della coesione, della partecipazione attiva dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, senza la quale non esiste democrazia.

La democrazia non può esaurirsi con le periodiche consultazioni elettorali.

Attilio Gambacorta  Associazione Culturale Umbrialeft

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