L'esultanza del Sindaco e della Giunta per la firma che i burocrati di sindacato hanno messo in calce al Bilancio AmmazzaGualdo non è durata neanche 24 ore. L'avevamo d'altronde detto che quella firma non valeva niente e non rappresentava che l'approssimazione, la superficialità, l'incompetenza e la sudditanza nei confronti del potere politico ed amministrativo di certi dirigenti sindacali.
Fatto sta che i chimici, i metalmeccanici ed i pensionati della Cgil non ci hanno messo tanto a prendere carta e penna per smentire l'accordo siglato dai dirigenti territoriali (eugubini) del sindacato a cui sono iscritti: non ci stanno a subire il massacro sociale cui li condannerebbe la manovra di Bilancio della Giunta Morroni.

L'episodio rende evidente la crisi della rappresentanza sindacale nel nostro territorio su cui è necessario fare una volta per tutti i conti, soprattutto in una fase come quella che la nostra Città attraversa sul piano economico e sociale e che richiede ben altre capacità di vertenza e ben altri titoli di rappresentatività del mondo del lavoro.

La fregola dei burocrati sindacali di dimostrare un'unità solo formale e completamente sguaiata con il giudizio positivo su una macelleria sociale senza precedenti miete ancora una volta le vittime proprio fra coloro che dovrebbero essere tutelati meglio e di più. La concertazione è positiva solo se si realizza in nome e per mandato dei lavoratori, non contro di essi e per garantire esistenze bucoliche e senza particolari impicci ai dirigenti sindacali.

Non ci interessa quanto accadrà in seno alla CGIL dopo questa vicenda. I panni sporchi si laveranno in famiglia, ma la ribellione delle categorie più rappresentative nella nostra Città è un segnale francamente positivo che ha l'evidente merito di rimarcare il forte disappunto del mondo del lavoro nei confronti del Bilancio AmmazzaGualdo di Morroni & Co.
 

Se questi lavoratori hanno avuto il coraggio e non ci hanno pensato due volte ad andare contro i propri dirigenti, siamo altrettanto convinti e ne abbiamo quotidianamente conferma che neanche la base di CISL e UIL e delle associazioni di categoria dei settori artigianato e commercio sono contenti della firma messa dai loro rappresentanti sul Bilancio AmmazzaGualdo. Anzi. Speriamo che anche essi non tardino a levare la loro voce critica e più vera contro la mattanza sociale che si prepara.

Se tutti i rappresentanti del mondo del lavoro e della piccola e media impresa sapessero guardarsi   attorno, scoprirebbero che le alternative al bilancio di Morroni per evitare l'ulteriore salasso nei confronti dei ceti popolari e del ceto medio gualdese ci sarebbero, eccome: basterebbe loro convergere sulle varie proposte di Sinistra per Gualdo e dare ascolto a chi già lo fa, proprio coloro che si dovrebbero rappresentare.

Tolgano tutti quella firma, dunque, si ponga fine a questo incredibile ed increscioso stravolgimento della volontà popolare, si ripristini la democrazia e si rispetti il principio della rappresentanza reale degli interessi e delle istanze dei lavoratori, dei pensionati e dei piccoli imprenditori dell'artigianato e del commercio.

A tutti costoro diciamo di venire in Piazza Martiri, il prossimo 9 luglio, a dimostrare che c'è una Gualdo indisponibile ad essere ulteriormente tartassata per niente e che c'è una Gualdo finalmente decisa ad opporsi alla follia macellapopolo di Morroni.

E' sempre meglio protestare prima per cercare di impedire questa mattanza, piuttosto che passare da evasori dopo, sempre più poveri ed impossibilitati a pagare, a danno fatto.

GIANLUCA GRACIOLINI

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