Antonello Tacconi: Simon Critchley – A COSA PENSIAMO QUANDO PENSIAMO AL CALCIO
Simon Critchley – A COSA PENSIAMO QUANDO PENSIAMO AL CALCIO – Einaudi Stile Libero
Quante volte abbiamo sentito dire che, in fondo, il calcio è solo un gioco e niente più di questo. E in parte, almeno ad osservarlo in maniera fugace, può sembrare così. Almeno per chi, forse, lo vive con occhio distratto o ne percepisce sola la dimensione più superficiale. Eppure non è proprio così.
E Simon Critchley, docente di filosofia e soprattutto tifoso amante del suo Liverpool, ci conferma in questo suo mirabile saggio che il calcio è molto di più. E lo fa in un libro dove ci dimostra che il football può avere, senza nessun problema, connotazioni e rimandi di natura filosofica, sociologica e quant’altro. E Crtichley, dall’alto della sua preparazione e sapienza culturale, con linguaggio semplice e chiaro, riesce a collegare questo sport a tutta una serie di dottrine e teorie, personaggi del mondo della filosofia e sociologia in un affascinante disamina del fenomeno calcio che conquista pagina dopo pagina. Intanto Critchey parte dal presupposto che, nella sua natura, il calcio, ha una dimensione prettamente collaborativa, dove il gesto del singolo è sempre un qualcosa in funzione di un gruppo e ciò investe i rapporti sociali degli stessi calciatori, anche fuori dal campo. Insomma, secondo Critchley, una libera associazione di esseri umani che può rimandare allo stesso pensiero di Marx; dove il socialismo stesso sembra essere la forma politica che meglio sembra adattarsi. Ma pensando al calcio, l’autore ci porta ancora più in profondità con il suo pensiero, con un approccio più fenomenologico che filosofico, cercando di portare una critica a quel mondo ma, allo stesso tempo, cercando di definirne una sua “poetica”. Ad esempio, partendo dalla ricerca di una poetica, Critchley ci parla della partita di calcio come di una particolare esperienza temporale, fuori da ogni dimensione, che investe ognuno di noi e gli stessi attori in campo. Una sorta di estasi percettiva che ci pone in una dimensione spazio –tempo tutta a sé che e quella della partita di calcio. Una “…ripetizione senza principio…” come viene definito in un altro capitolo di questo saggio. Un momento, una istantanea che stimola una dimensione emozionale hit et nunc, senza possibilità di riassaporarla come in quel momento che di per sé, secondo Critchley ha qualcosa di magico. La particolare analisi dello scrittore continua capitolo per capitolo andando ad analizzare i gesti e gli stessi movimenti collegati al calcio. Ma altri aspetti vengono qui analizzati del mondo del calcio, e tra questo non poteva mancare anche il tifoso e anche l’analisi di due personaggi che vengono presi come paradigmi di precise teorie e riflessioni: un giocatore come Zidane ed un allenatore come Jurgen Klopp.
Insomma “A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio “è un libro che sembra di una non facile prima lettura. Ma, una volta che si è immersi dentro con attenzione, sarà difficile staccarsi dalla pagina e non andare sempre avanti alla ricerca della prossima, in un viaggio nel mondo del calcio teso a dimostra come non sia mai stato solo un semplice gioco.
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