Cinquanta anni fa, era il 1973, i lavoratori italiani realizzarono la conquista di un importante strumento contrattuale che permetteva di recuperare un gap storico del mondo del lavoro italiano, quello tra lavoratori e cultura. Una conquista di straordinaria importanza passata alla storia con il nome “150 ore”, tante erano le ore retribuite previste dai contratti nazionali da dedicare alla crescita culturale del singolo lavoratore. La prima categoria ad usufruirne fu quella dei metalmeccanici seguita successivamente dalle altre, CGIL,CISL,UIL cominciarono quindi ad organizzare l'utilizzo delle 150 ore che comprendeva l'obiettivo del recupero scolastico e la realizzazione di iniziative culturali. Una di queste iniziative , il seminario tenuto a Terni nel 1975 “Con il teatro dalla fabbrica alla società” è sicuramente quella che più ha inciso sull'importanza delle 150 ore. Promossa dal Consiglio di Fabbrica coinvolse 80 lavoratori delle acciaierie che per 15 giorni dettero vita ad un evento di valore internazionale, ovvero un lavoro collettivo di studio e di interpretazione di un
famoso testo teatrale di Bertolt Brecht “L'eccezione e la regola”, che lo aveva scritto per essere utilizzato come strumento al servizio della crescita culturale dei lavoratori.
Il vasto interesse suscitato da quella iniziativa costituisce ancora oggi una pagina indimenticabile della storia del sindacato italiano. Un anniversario importante quindi che richiede da parte di tutti l'attenzione che merita, in un momento nel quale molte conquiste dei lavoratori italiani vengono indebolite o messe in discussione. Per questo pensiamo che sia utile ritrovare e promuovere l'interesse intorno alle 150 ore e ad una iniziativa come il seminario di Terni che ha tra l'altro messo in evidenza la possibilità di mettere in comunicazione lavoro e cultura come mai avvenuto prima. Le 150 ore hanno rappresentato meglio di ogni altra conquista quell'assalto al cielo che è stato ed è ancora nel cuore di chi si sente capace di lottare per emergere prima di tutto dal buio dell'ignoranza, attraverso strumenti nuovi e determinanti, capaci di ribaltare antichi equilibri basati sulla separazione e sul possesso degli strumenti e
delle capacità del fare cultura. E' stata una conquista divisiva, fra chi intendeva limitarne la carica innovativa e chi voleva che tale carica esplodesse in tutta la sua potenzialità politica e culturale. Numerosi compromessi incoraggiati da una sinistra sempre più attenta a frenare quelle che venivano chiamate le “fughe in avanti”ne hanno impoverito il ruolo nel contesto della lunga battaglia del movimento lavoratore italiano verso la modernizzazione del paese, obiettivo per il quale risulta imprescindibile una vasta crescita culturale.
Occorre quindi andare oltre le celebrazioni recuperando lo spirito delle 150 ore riproponendo quel loro utilizzo globale che è stato così importante nella realizzazione di eventi il cui valore è ancora vivo ed attuale.

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