Perugia sta vivendo un periodo di decadentismo sociale, culturale ed economico.

I grandi eventi tradizionali, come Umbria Jazz e Eurochocolate, per quanto possano rappresentare importanti momenti di vita sociale del centro cittadino e diano una visibilità internazionale alla nostra città, non sono sufficienti ad invertire la tendenza di progressivo abbandono dell’acropoli, che non rappresenta più un punto di ritrovo e di riferimento per tantissimi cittadini, giovanissimi, giovani, meno giovani e adulti, che disertano corso Vannucci e dintorni.

Le attività di ristoro, che sono state aperte in Corso Cavour e nella zona del rinato “Nuovo Modernissimo”, costituiscono una risposta a questo depauperamento del centro storico, ed in qualche misura alcuni risultati sono riscontrabili, ma servirebbe altro per ridare centralità al bellissimo centro cittadino.

A mio avviso una delle cause che ha portato a questa crisi è stata una drastica emigrazione abitativa dal centro verso le periferie. Una condizione di declino che ha coinvolto non solo Perugia, ma tutti i centri storici delle città italiane più importanti.

Del resto se si costruiscono case e palazzi fuori dalle mura urbiche, favorendo esponenzialmente un mercato immobiliare, oggi in profonda crisi; si decentrano i servizi e la cultura; si costruiscono centri commerciali, vere e proprie città virtuali, non può che drasticamente ridimensionarsi la vita sociale del centro storico.

Ora capisco che il centro abbia bisogno di infrastrutture che permettono di sfruttare le comodità della modernità e l’uso pratico dell’auto, ma non possiamo ridimensionare tutto a questo.

Lo sviluppo urbanistico delle periferie non è stato uno sviluppo sostenibile. Le molte cementificazioni fine a se stesse che sono state realizzate nella periferia urbana e nelle frazioni più importanti, dove tradizioni e forti identità culturali riuscivano a tenere unite le varie comunità, hanno prodotto il superamento di quelle condizioni che rendevano Perugia una “città del futuro”, un sistema che faceva opinione, portando ad un punto di non ritorno quelle realtà che ora necessitano di quegli interventi che mirano a ricostruirne il tessuto sociale. Degrado ed emarginazione, criminalità, e solitudine sono aspetti quotidiani della nostra città.

Questo ha portato il cosiddetto progresso, che tale non è se aumenta la precarietà, la povertà, l’insicurezza, se vengono a meno quei valori di solidarietà che sono i presupposti basilari per creare le condizioni di una società coesa, necessaria per qualsiasi progetto politico.

È quindi indispensabile mettere in rete la città attraverso servizi integrati.

C’è un bisogno urgente di realizzare nuove case abitative recuperando immobili sfitti e liberi. Molti cittadini di tutte le età si trovano nelle condizioni di avere la necessità di una casa, ma non si può continuare ad aggredire il territorio con altre cementificazioni. Le Istituzioni devono riprendere il lavoro iniziato alcuni anni fa ed ora interrotto, dando incentivi e sostegno per queste attività, in modo da promuovere e potenziare questo tipo di mercato. Solo riportando i perugini ad abitare l’acropoli Perugia potrà avere un centro cittadino che sia di nuovo un punto di riferimento per tutti i suoi abitanti e per tutti i turisti che vengono a visitare una delle più belle città d’Italia, con i suoi vicoli, i suoi archi, i suoi monumenti, la sua storia.

Ma è altrettanto urgente bonificare le periferie e creare spazi culturali accessibili, direttamente collegati con i vari istituti scolastici; centri di aggregazione sociale, che interagiscono con le associazioni ludiche-ricreative e culturali; migliorare e ripulire l’arredo urbano; potenziare il trasporto pubblico, che tenga conto di tutte le attività, sociali ed economiche, presenti nel quartiere; installare centri medici in tutti i quartieri dove sia possibile fare visite mediche, controlli ed esami clinici.

Credo che in questo modo si debbano affrontare le questioni legate alla sicurezza che le forze politiche di destra sbandierano in maniera propagandistica additando le responsabilità allo straniero ed al diverso, negando le vere ragioni strutturali di questi problemi.

Dobbiamo progettare un efficace welfare municipale che abbai al centro l’uomo e i suoi bisogni, materiali ed immateriali, e su questo costruire una nuova società, perché Perugia torni ad essere un modello di società

Attilio Gambacorta

Associazione Culturale Umbrialeft

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