BETTONA - Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa del "Movimento 19 Dicembre” che riunisce rappresentanti ed operatori della filiera suinicola e zootecnica umbra, dagli allevatori agli operatori dei mattatoi, dai mangimisti ai trasformatori, dai veterinari ai consumatori.

"In vista delle elezioni comunali del 2012 assistiamo ad un grande movimento sul futuro di Bettona, in particolare sulle problematiche degli allevamenti zootecnici locali. Osserviamo che mentre i partiti politici si scontrano per accaparrarsi i voti dei cittadini per le prossime scadenze amministrative, le imprese e le famiglie della filiera zootecnica hanno chiuso i battenti.
Oggi apprendiamo dalla stampa che il dottor Vannio Brozzi, portavoce dei comitati per l’ambiente, si oppone al protocollo d’intesa sulla riqualificazione del biodigestore di Bettona sottoscritto da Regione, Provincia e Comune. E chiediamo: secondo il dottor Brozzi, di cosa dovrebbero vivere i cittadini e le imprese di Bettona? Gli allevatori e gli operatori della filiera zootecnica sono fermi da tre anni, non hanno ammortizzatori sociali, vivono da generazioni della sola attività suinicola. Se al signor Brozzi tre anni di stop le sembrano pochi, ricordiamo che ci vorrebbe più rispetto verso coloro che hanno costruito la prosperità ed il benessere del territorio di Bettona. Prosperità che, a differenza della politica, è stata ed è concreta, e non basata sull’aumento della spesa pubblica che già grava troppo sulle tasche di noi contribuenti. A questo ceto politico, vecchio ed autoreferenziale, che vuole continuare a parlare con il linguaggio ed i metodi dell’assistenzialismo e non di quello dello sviluppo, diciamo che per loro il tempo è scaduto, perché il denaro pubblico è finito. Siamo di fronte ad una società in crisi e in piena ristrutturazione.
Noi vogliamo partecipare attivamente al rilancio della nostra attività, sperando che non siano i politici a dettare i tempi della ripresa anche dei nostri allevamenti, altrimenti passeremmo dalla padella alla brace. Ad una sinistra di governo giova dare voce soltanto ai comitati ed abbandonare la rappresentanza delle forze produttive? Siamo convinti che una tale posizione segnerebbe sicuramente una marginalizzazione inesorabile per i prossimi anni e lustri.
Gli operatori del settore dicono “basta” a questa bassa strumentalizzazione politica delle imprese zootecniche, con dispute sterili che vengono ridotte esclusivamente a questioni ambientali, descrivendoci come “pericolo” o “nemico” della comunità. Noi siamo cittadini ed imprese come le altre, siamo parte attiva e costruttiva della realtà imprenditoriale del nostro territorio. Chi predica il divieto di operare e lavorare in maniera ideologica e strumentale si pone contro la nostra comunità.
Da parte nostra, ribadiamo che quello che a noi sta a cuore è unicamente la ripresa dell’attività suinicola in un territorio storicamente vocato a questo settore produttivo, un comparto che rischia di scomparire e, con esso, tutto il patrimonio di tradizione e di imprenditorialità che contraddistingue da sempre l’attività prevalente di questo territorio.
La zootecnia è un’attività storica che vuole riprendere a vivere anche in forme diverse, compatibilmente e nel rispetto della legislazione vigente. Le normative non possono essere sottoposte agli umori della campagna elettorale, né tantomeno alla ricerca di facili consensi che questi schieramenti vorrebbero acquisire. Ricordiamo ai signori dei comitati che, all’interno del PTA (Piano Tutela delle Acque) della Regione Umbria, il depuratore di Bettona è considerato una risorsa fondamentale per l’intero territorio a salvaguardia delle risorse idriche, da adeguare e migliorare così come riportato nel Piano. Perciò, ben vengano tutte le azioni che dopo tre anni di fermo produttivo possono dare speranza agli allevatori intenzionati a riprendere la propria attività. Il tutto nella consapevolezza che il fermo è dovuto a ragioni di ordine giudiziario, sul cui esito attendiamo con fiducia e serenità il giudizio del procedimento in corso.
Per questo, siamo intenzionati a far valere i nostri diritti in tutte le sedi opportune. È ora, da tempo, di riprendere le attività zootecniche, e cercheremo di farlo insieme alle associazioni di categoria in tutte le sedi utili ed opportune. In questo senso, plaudiamo l’iniziativa di Coldiretti che ha presentato ricorso al Tar per la ZVN (Zona Vulnerabile da Nitrati). Ricordiamo anche che la recente legge sulla semplificazione amministrativa risolve alla radice la questione dell’agibilità degli allevamenti, così come i regolamenti sulle energie rinnovabili risolvono la problematica dell’utilizzo dei reflui zootecnici. Stiamo inoltre aspettando il Piano Zootecnico Regionale, e non ci sembra che ci sia scritto da nessuna parte che Bettona debba attendere il placet dei comitati per la ripresa delle attività economiche. Siamo anche molto meravigliati delle persistenti resistenze del Comune di Bettona nonostante le normative a nostro favore.
Ci sono cioè tutte le condizioni e le regole per la ripresa della zootecnia, chi non lo vuol intendere è fuori dalla storia, e non solo di quella di Bettona".

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