Zootecnia/ Cia: necessario coniugare produzione e ambiente
PERUGIA - ''Per la zootecnia umbra e' finalmente arrivato il momento delle scelte strategiche. Dopo anni di attesa, il Piano regionale di settore e' finalmente in discussione ed e' necessario cosi' definire, nel Tavolo appositamente istituito presso la Regione, le linee di sviluppo di una moderna zootecnia, in grado di coniugare le esigenze produttive a quelle ambientali''.
E' quanto rileva in una ''lettera aperta', il presidente della Cia dell'Umbria, Domenico Brugnoni. ''L'attivita' zootecnica - ha ribadito - riveste un' importanza che va ben al di la' dei pur rilevanti aspetti legati alla gestione imprenditoriale degli allevamenti. Rappresenta un pilastro portante per il mantenimento della qualita' dell' ambiente e della fertilita' dei suoli, per la qualificazione e valorizzazione delle produzioni, per la sicurezza alimentare e per la produzione di energia rinnovabile, in sintesi per un efficace sviluppo della green economy nella regione''.
Per Brugnoni ''i problemi ai quali il Piano regionale dovra' necessariamente rispondere saranno, non tanto ''cosa produrre' quanto ''come produrre' per contrastare la pericolosa tendenza degli ultimi anni ad una progressiva riduzione del patrimonio zootecnico''. Il presidente regionale si dice convinto che ''le questioni da risolvere sono evidenti a tutti e riguardano come allevare, rispettando l' ambiente e soprattutto come competere in un mercato sempre piu' aperto ed agguerrito. Dunque una doppia sostenibilita', ambientale ed economica''.
In questa prospettiva, conclude Brugnoni ''al Piano e' legato il futuro di molte delle aziende agricole dell'Umbria e il destino delle produzioni di eccellenza, come la risposta alle maggiori esigenze di sicurezza alimentare e qualita' ambientale dei consumatori e dei cittadini. Un grande impegno corale e un'importante responsabilita'''.
Giovedì
27/01/11
10:54
Riteniamo abbastanza grave il fatto che si continui a parlare di Piano per la zootecnia, quando già da tempo dovevano essere in atto le azioni di sostegno agli imprenditori agricoli a titolo principale.
A bettona in settore suinicolo è entrato in una crisi profonda dal 2007, quando qualche furbetto ha pensato bene di metterci le mani con operazioni furbesche, con l'esito che ora si trovano a fare i conti con la Procura della Repubblica.
La preoccupazione che abbiamo più volte denunciato e che intendiamo partecipare alla CIA riguarda gli ultimi provvedimenti adottati dalla amministrazione comunale. Questa amministrazione, nel bilancio 2011, prevede di spendere 7 milioni di euro per il ripristino del depuratore zootecnico. Questo soldi dovrebbero essere trovati con la formula economica del project-financing.
Gli unici privati che oggi potrebbero essere interessati a tale investimento sono soltanto i mangimisti.
Tale previsione è avvalorata anche dalla relazione elaborata dall'ing. Baruchello, professore associato dell'universita Roma Tre e membro della commissione valutazioni ambientali del ministero dell'ambiente, dove si individua che l'interesse per il ripristino del depuratore è unicamente del settore agro-industriale.
Quindi gli industriali e i mangimisti sono i soggetti a cui si pensa per la messa in funzione del depuratore zootecnico di proprietà comunale.
Questa è la chiara e lampante soluzione, che si potrebbe anche definire finale come quella messa in campo nei lager nazisti, per eliminare gli allevatori imprenditori locali che al massimo, se riusciranno a sopravvivere alle pressioni delle banche, potranno continuare a fare gli operai sottopagati nel sistema dei contratti di soccida.
E' questa la filiera corta di cui tanto si parla?
Altra preoccupazione è connessa alla soluzione prospettata di chiudere le condotte dei reflui per utilizzare le autobotti. Appare evidente che si mira a scollegare gli allevamenti al territorio. Questo per far funzionare il depuratore come un termovalorizzatore e metterlo, probabilmente, al servizio di settori che non sono certo quelli agricoli.
E questa sarebbe la soluzione trovata per rilanciare un comparto strategico come quello agricolo?
Infine la relazione conclude prevedendo di eliminare la fase finale della ferirrigazione, con i reflui che dovrebbero essere convogliati nelle fognature civili esistenti. Questo chiaramente avviene precisando che occorre una deroga della Regione al Piano di tutela delle acque vigente.
E questa sarebbe l'attivita compatibile di cui si riempono la bocca il sindaco e il vicesindaco?
E' questa è l'agricoltura e la zootecnia che può interessare il territorio di Bettona e quello regionale?
Forse è giunto il momento che anche le associazioni di categoria, almeno quelle che non hanno dei padroni a cui obbedire, intervengano prontamente con la Regione, per evitare che si realizzino tali progetti insani.
Circolo PRC Bettona