Zone Peep/La Corte d’Appello ribalta la sentenza e promuove il Comune di Perugia
PERUGIA - Sulla vicenda Peep, la Corte di appello ha dato “completamente ragione all'operato dell'amministrazione comunale” di Perugia. Lo rende noto l'assessore all'Urbanistica Valeria Cardinali sulla base della sentenza 266/2012 depositata ieri.
La pronuncia, di fatto - spiega il Comune in una nota -, ha ribaltato la precedente pronuncia del tribunale di Perugia che, a suo tempo, aveva accolto l'opposizione di un cittadino, assegnatario di un alloggio Peep in localita' Casaglia, che si era opposto al recupero del conguaglio degli oneri di urbanizzazione e dei costi di cessione dell'area su cui era stato realizzato l'intervento di edilizia economica e popolare in questione.
Per l'assessore, la sentenza “conferma la correttezza e la legittimità dell'operato dell'amministrazione comunale e dei suoi uffici, dopo che gli stessi sono stati a lungo sottoposti a una serrata campagna di discredito che li dipingeva come ostinatamente intenzionati a 'tartassare' i cittadini con pretese infondate. La sentenza, infatti, ha dato ragione al Comune su tutta la linea, sia perché la richiesta di conguaglio non era prescritta, sia perché l'obbligo di pagare il conguaglio in questione è legato all'appartamento acquistato avendo inoltre l'assegnatario assunto tutti gli obblighi nascenti dalla convenzione stipulata tra cooperativa costruttrice e Comune che impone il così detto 'pareggio' delle spese sostenute dall'amministrazione”.
“Questa decisione, al di la' della soluzione del singolo caso concreto, pone un punto fermo sui numerosi casi simili rispetto ai quali non si può più dare per scontato, come molti hanno preteso fino a ieri, l'inesigibilità di questa tipologia di crediti”.
L'assessore Cardinali, “comprende il disagio di quei cittadini che, probabilmente, non erano stati adeguatamente e preventivamente informati di quanto previsto nel contratto da loro sottoscritto”, ma sottolinea che “non spettava di certo all'amministrazione comunale farlo”. E ribadisce che “l'azione del Comune improntata al rispetto delle norme è sempre un elemento di garanzia e di tutela per tutti i cittadini e non l'espressione di un atteggiamento vessatorio o persecutorio”.
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