Zone industriali dei Ponti: nonostante le criticità grande risorsa per Perugia
PERUGIA - Nelle aree industriali di Ponte San Giovanni, Ponte Felcino e Ponte Valleceppi operano complessivamente circa 700 imprese tra artigianato, industria e commercio, e lavorano oltre 2.000 persone, creando ricchezza per lo sviluppo di un’intera città e della sua provincia. La zona rappresenta quindi una realtà di primaria importanza per l'economia del nostro capoluogo e, di conseguenza, della nostra regione.
“Pertanto nel mese di aprile la CNA di Perugia – afferma il direttore Roberto Giannangeli – ha svolto un'indagine proprio per capire quale sia la situazione in cui versano queste realtà, non tanto dal punto di vista della singola azienda, quanto piuttosto relativamente alla percezione della zona industriale nel suo complesso e sulle eventuali problematiche che possono frenarne lo sviluppo”. Sono stati coinvolti complessivamente oltre 60 imprenditori di Ponte San Giovanni, Ponte Felcino e Ponte Valleceppi: ad essi è stato chiesto di esprimere il loro parere in merito a questioni come viabilità, sicurezza e nettezza urbana, cercando di capire quale sia la percezione dell'ambiente in cui si trovano ad operare, per discutere le opportunità di crescita di questo complesso produttivo.
“Dall'indagine – continua Giannangeli - è emerso chiaramente che, a giudizio della maggioranza delle aziende del campione, queste zone industriali versano in uno stato di profondo degrado e abbandono e risulta indispensabile un progetto di riqualificazione. Premesso che una zona industriale rappresenta il biglietto da visita dell’economia produttiva di una città, concentrando, al suo interno, quelle attività industriali, artigianali e commerciali che sono il motore economico di un territorio, le realtà di Ponte San Giovanni e Ponte Felcino presentano oggettive criticità, legate a strade pesantemente dissestate, all’incuria, ad una illuminazione scarsa o addirittura assente, a segnali stradali insufficienti o collocati in maniera inadeguata, dove, al termine dell’orario di lavoro, la mancanza di vigilanza pubblica diventa un chiaro invito alla criminalità - come dimostra il numero di furti commessi a danno delle attività presenti”.
Per dare qualche numero, pare significativo che oltre il 90% degli imprenditori intervistati reputino fortemente critica la situazione della viabilità, il 70% consideri le zone industriali non sicure – visto che la maggior parte di loro ha subito furti ripetuti, il 70% ritenga critica la gestione dei rifiuti, il 40%, a Ponte San Giovanni, definisca insufficiente l'illuminazione. Anche la manutenzione del verde rappresenta un problema particolarmente sentito: l'assenza del Comune nella gestione delle aree verdi determina una situazione di generale disordine e incuria che crea non pochi disagi da un punto di vista dell'immagine e della pulizia della zona.
Sono poi emersi altri problemi specifici per quanto riguarda Ponte San Giovanni. Fra questi, a Ponte San Giovanni non poche perplessità sono state manifestate in merito alla collocazione della pista ciclabile e alle misure adottate per la sicurezza di ciclisti e pedoni. Viene sentita inoltre l'esigenza di provvedere a riqualificare le non poche strutture abbandonate, case e capanni che vengono occupati clandestinamente a discapito della sicurezza, dell'igiene e dell'immagine. Nella zona inoltre non sono presenti servizi: manca ad esempio un ufficio postale e ciò determina notevoli disagi nel momento in cui, come è di norma, le strutture presenti nelle zone limitrofi sono già sovraccaricate di utenti.
A Ponte Felcino invece notevoli difficoltà sono legate allo svincolo all'uscita della superstrada, confuso e assolutamente mal progettato e costruito, dove persino i navigatori perdono la strada per arrivare alla zona industriale. Queste aree peraltro, insieme alla zona di Sant'Andrea delle Fratte, negli ultimi anni non hanno goduto di interventi sostanziali a valere sui fondi Docup e di conseguenza ad oggi risultano essere quelle che necessitano in assoluto di maggiori attenzioni, rispetto a quelle realizzate in altre municipalità.
“In questo quadro – conclude Roberto Giannangeli – la CNA cercherà di avviare al più presto un confronto con l'amministrazione comunale e con le altre associazioni di categoria per definire, all'interno di un continuo dialogo costruttivo, un progetto di riqualificazione con l'obiettivo di realizzare quegli interventi necessari per garantire le condizioni basilari che permettano alle aziende di sfruttare al meglio le potenzialità economiche dell’area, per un piano di sviluppo che favorisca la necessaria ripresa economica”
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