di Giorgia Audiello

Il presidente ucraino Volodomyr Zelensky ha annunciato che parteciperà al prossimo raduno del World Economic Forum (WEF) che si terrà come di consueto il mese prossimo – dal 16 al 20 gennaio – a Davos nelle Alpi svizzere: il presidente interverrà in un panel intitolato “Restoring Security and Peace” il 18 gennaio, insieme al segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, e al giornalista della CNN, Fareed Zakaria. Secondo alcune fonti, Zelensky parteciperebbe al forum di Davos anche per firmare nuovi accordi per la ricostruzione post-bellica con Blackrock, la società d’investimenti più grande del mondo, dopo che all’inizio dell’anno l’amministrazione ucraina aveva già stipulato degli accordi col colosso finanziario circa servizi di consulenza su come investire i fondi per la ricostruzione del Paese martoriato dalla guerra. Anche il CEO di Blackrock, Larry Fink, infatti, sarà protagonista del Forum, intervenendo il 17 gennaio nel panel intitolato “Rilanciare il commercio, la crescita e gli investimenti”, insieme al fondatore del WEF, Klaus Schwab, al capo dell’Organizzazione mondiale del commercio, al primo ministro belga e al vicecancelliere e ministro dell’economia tedesco. Blackrock, del resto, è uno dei principali “partner” del WEF, essendo finanziatore globale dell’agenda ESG – Environmental (ambiente), Social (società) e Governance) – promossa da Davos.

Mercoledì, l’ufficio presidenziale ucraino ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «In conformità con gli accordi preliminari raggiunti all’inizio di quest’anno tra il capo dello Stato e Larry Fink, il team di BlackRock ha lavorato per diversi mesi su un progetto per consigliare il governo ucraino su come strutturare i fondi per la ricostruzione del Paese”. Il comunicato ha sottolineato inoltre che «Volodymyr Zelensky e Larry Fink hanno concordato di concentrarsi a breve termine sul coordinamento degli sforzi di tutti i potenziali investitori e partecipanti alla ricostruzione del nostro Paese, incanalando gli investimenti nei settori più rilevanti e di impatto dell’economia ucraina». La collaborazione con Blackrock si affianca al piano per la ricostruzione dello stato ucraino discusso nella Ukraine Recovery Conference 2022, cui avevano partecipato l’estate scorsa 41 paesi e 19 organizzazioni internazionali, mettendo a disposizione una cifra pari a 750 miliardi di dollari. Tuttavia, il piano prevede che in cambio dei prestiti, Kiev faccia delle riforme sul piano economico che comprendono, tra le altre cose, la privatizzazione di buona parte del sistema industriale pubblico del Paese. A ciò si aggiungono quindi le mire di Blackrock sulle aziende di Kiev: l’obiettivo, infatti, è quello di promuovere gli interessi dei milioni di investitori del colosso finanziario che possiede già un’enorme quantità di azioni nelle più importanti società e banche del mondo.

Già a settembre, Zelensky aveva reso noto che «L’obiettivo del fondo è quello di creare opportunità per gli investitori sia pubblici che privati di partecipare alla ricostruzione e al ringiovanimento dell’economia di mercato in Ucraina, offrendo rendimenti equi e giusti agli investitori». Due mesi dopo, il gigante americano è riuscito a siglare un memorandum d’intesa con Kiev e si apprende che alcuni leader del fondo hanno in programma di recarsi in Ucraina nel 2023, probabilmente anche per monitorare l’andamento del processo di privatizzazione. Il rischio è quello che l’intero settore pubblico ucraino venga svenduto alla finanza internazionale, cosa già accaduta in passato per quanto riguarda il settore agricolo del Paese: quest’ultimo, infatti, è ormai quasi interamente nelle mani di multinazionali americane e occidentali – quali Monsanto, Cargill e Du Pont – come attestato anche dal documento “The corporate takeover of ukraine agriculture”, redatto dall’Oakland Institute. La guerra in Ucraina ha avuto, dunque, un duplice effetto: da una parte, quello di allontanare la Russia dall’Europa dal punto di vista commerciale e diplomatico; dall’altro, quello di agevolare la vendita dei beni pubblici di Kiev agli investitori occidentali. In entrambi i casi, a guadagnarci sono gli Stati Uniti d’America, sia dal punto di vista economico che della politica estera.

Il World Economic Forum sarà quindi, tra le altre cose, la sede per discutere del futuro dell’Ucraina e della sua ricostruzione che, in base alle condizioni (im)poste, finirà per coincidere con acquisti a prezzi di saldo per le corporation e gli investitori finanziari. Se la guerra sul campo condotta da Mosca ha certamente distrutto l’Ucraina, dunque, la distruzione della sua sovranità economica e del patrimonio industriale pubblico, invece, potrebbe essere portata a termine proprio dalle potenze occidentali e in particolare dalla finanza americana.

Pubblicato da L'Indipendente

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