ROMA - Due affollati cortei hanno attraversato oggi Roma: uno da piazza della Repubblica, l'altro da piazzale Ostiense, per poi confluire in piazza di Porta San Giovanni dove c’è stato l'intervento conclusivo, dal palco, del segretario generale Susanna Camusso. La Cgil lancia un appello "per il rispetto dell'articolo 75 della Costituzione" sul referendum popolare e, quindi, "per difendere la democrazia e il diritto dei cittadini a decidere, per contrastare la precarietà, per un lavoro dignitoso tutelato e con il pieno riconoscimento dei diritti".

Il 28 maggio, ricordava la Cgil in un volantino, "si sarebbe dovuto svolgere il referendum abrogativo sui voucher, che poi sono stati cancellati per far annullare i referendum e impedire agli italiani di esprimersi". Adesso, dopo che giovedì "il Senato votando la fiducia ha dato il via libera definitivo alla manovrina, i voucher sono stati reintrodotti. Questo schiaffo alla democrazia non può passare inosservato". La Cgil ha anche indicato come "necessario" sollevare una questione di illegittimità presso la Cassazione e la Corte costituzionale. Con l'ok alla manovra, arrivano il 'Libretto famiglia' e il 'contratto di prestazione occasionale' riservato alle microimprese fino a 5 dipendenti. Il tetto viene fissato a 5.000 euro per lavoratore e per datore di lavoro, con un ulteriore limite di 2.500 euro l'anno per le prestazioni rese ad un singolo datore.

"Con i nuovi voucher – ha sostenuto Camusso - si reintroduce l'ennesima forma di precarietà, raccontando che è un contratto mentre, invece, è una pura transazione economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori. Il Governo e la politica - ha rimarcato la leader Cgil - hanno avuto paura del confronto pubblico su un tema così importante come quello della precarietà". Contro i nuovi voucher, Camusso ha anche ribadito che il sindacato è pronto al ricorso alla Corte Costituzionale.

"Siamo qui – ha sottolineato a sua volta il deputato di Mdp ed ex segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - perché condividiamo le ragioni della manifestazione e la parola d'ordine 'rispetto': il Governo poteva far fare il referendum o poteva cercare di evitarlo attraverso il dialogo con chi lo ha promosso, invece ha cercato una terza via, mai seguita prima. Ha abrogato i voucher e poi introdotto una nuova forma" ha aggiunto Epifani parlando di "trucco". Ora "bisogna tenere la schiena dritta", ha avvertito.

"Sulla manovrina che ha introdotto i 'nuovi voucher' – ha invece affermato il coordinatore di Articolo 1-Mdp Roberto Speranza - non abbiamo votato la fiducia ne' alla Camera, ne' al Senato. Il Governo ha sbagliato, c'é stato uno strappo molto grave. Diciamo al Governo che se non c'é un'inversione di tendenza sul lavoro, noi non ci stiamo. Bisogna cambiare rotta sul lavoro. Le politiche di Renzi di questi anni hanno contraddetto i nostri valori di fondo. Noi siamo dell'idea di dare vita ad un centrosinistra alternativo con dentro tante anime e non una sinistra identitaria stretta. Milioni di cittadini chiedono un centrosinistra diverso".

"Rispetto la Cgil - ha commentato l’ineffabile premier Paolo Gentiloni - ma il bersaglio è sbagliato”. “C'è veramente – ha aggiunto - qualcuno che pensa che questi lavori non avevano bisogno di regole?. Questa manifestazione la rispetto ma ovviamente non la condivido visto che è contro le nostre decisioni. Inoltre – si è consolato - non è dei sindacati, ma di uno, anche se il più importante, dal punto di visto numerico. L'intero paesaggio italiano non è con la Cgil. Ma rispetto la sua posizione, anche se non la condivido". 

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