VALTOPINA - “Impara l’arte e mettila da parte” è uno dei proverbi italiani più noti che esorta al “saper fare ché prima o poi ti torna utile”.

Antonio (Tonino) Graziosi, di Nocera Umbra, 59 anni, dipendente di un’azienda privata a capitale pubblico può essere l’emblema di quanto sia valido il detto. Da quindici anni infatti ha rispolverato gli insegnamenti di nonno Domenico nell’arte di fare oggetti intrecciando vimini e ogni altro ramo capace di piegarsi.

Lo incontriamo a Valtopina in occasione della manifestazione “Festa di Filo” dove è intento a istruire allievi insegnando i primi rudimenti per realizzare un canestro. In esposizione ci sono alcuni suoi lavori sui quali spicca una casetta per uccelli da appendere agli alberi.

“Per nonno – spiega – era il lavoro principale. Realizzava con maestria cesti, canestri, tavoli, sedie, sgabelli anche su commissione. Io lo guardavo incantato e man mano ho imparato l’intreccio. Ero capace e mi piaceva, ma poi ho abbandonato. Sa, la vita con gli impegni di studio, di lavoro, la famiglia...”.

Poi che cosa è successo?

“Vede sono appassionato della montagna, delle passeggiate tra i boschi per raccogliere a seconda delle stagioni i frutti che offre. Così, amando tutto ciò che è natura e naturale, mi è venuto spontaneo riprendere quell’antico mestiere e per hobby rimettermi a intrecciare”.

Quali sono i rami degli alberi più adatti?

“Tutti quelli che si piegano: l’ornello, l’olmo, la roverella. I vimini invece sono piante particolari e io ho cominciato a coltivarli per avere il materiale necessario”.

Ultimamente è stato chiamato dalle scuole a insegnare ai bambini e un po’ da tutte le parti ad allestire laboratori, anche nei mercatini e durante varie manifestazioni…

“Ormai mi conoscono i mi invitano un po’ dappertutto. Vado volentieri. Giuseppina mia moglie mi accompagna e vendiamo anche i materiali che in inverno ho preparato per portarli nei mercatini. Devo dire che stanno avendo successo. Pensi che due signore austriache mi hanno ordinato dei cesti che utilizzano per andare a fare la spesa nei supermercati. Da noi ancora non se ne vedono, ma l’anima ecologista sta prendendo sempre più piede, la plastica deve essere abbandonata. Per me è una grande soddisfazione”.

Suo figlio Cristian sta seguendo le sue orme?

“Ancora no, i giovani al momento non sembrano interessati. Lo vedo anche quando vado a fare lezione nelle scuole o nei laboratori dove la maggior parte dei frequentatori sono persone di una certa età. Però quando si getta un seme non detto che prima o poi non germogli. In fondo è quello che è successo a me. Basterebbe che nelle scuole si tornasse ad insegnare gli antichi mestieri, un’ora alla settimana sarebbe sufficiente. Saper fare, utilizzare le mani per costruire qualcosa, sperimentare nuove forme e soluzioni mi creda è il più potente antistress. Rilassa è tiene sveglia la mente”.

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